Ru486, appello di Bagnasco ai medici

Il presidente della Cei contro l'aborto: "E' auspicabile che l'obiezione di coscienza nata da profondi convincimenti cresca ancora, sia come dato in sé, sia come testimonianza per l'opinione pubblica sulla persistenza di una consapevolezza profonda". In Italia aumentano i medici obiettori

Ru486, appello di Bagnasco ai medici

Città del Vaticano - "E' auspicabile che l'obiezione di coscienza nata da profondi convincimenti cresca ancora, sia come dato in sé, sia come testimonianza per l'opinione pubblica sulla persistenza di una consapevolezza profonda". E' l'appello rivolto ai medici dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, affinché oppongano l'obiezione di coscienza alla somministrazione della pillola abortiva Ru486. In un'intervista ad Avvenire, Bagnasco sottolinea che il dato dell'obiezione di coscienza al 70 per cento "dovrebbe far riflettere sulla sensibilità ancora fortemente radicata nel cuore degli italiani".

Sempre più medici obiettori E' in aumenta l'obiezione di coscienza tra i medici italiani rispetto agli interventi di interruzione volontaria di gravidanza (Ivg): i ginecologi obiettori sono infatti passati dal 58% registrato nel 2005 al 70% del 2007. Il dato è contenuto nell'ultima relazione annuale al Parlamento sulla attuazione della legge 194 per l'interruzione volontaria di gravidanza. A livello nazionale, l'obiezione di coscienza tra i ginecologi passa dal 58,7% del 2005 al 69,2% del 2006 al 70,5% del 2007. Per gli anestesisti, negli stessi tre anni, si passa dal 45,7% al 52,3%. Per il personale non medico si passa dal 38,6% al 40,9%. La relazione segnala inoltre come per alcune regioni l'aumento sia molto rilevante: percentuali superiori all'80% si registrano tra i ginecologi nel Lazio (85,6%), in Basilicata (84,1%), in Campania (83,9%), in Sicilia (83,5%) e in Molise (82,8%). Anche per gli anestesisti i valori più elevati si osservano al sud (con un massimo di oltre il 77% in Molise e Campania) e i più bassi in Toscana (29%) e a Trento (31,6%). Infine, per il personale non medico i valori sono più bassi, con un massimo di 82,5% in Sicilia e 82% in Molise.

In relazione ai tempi di attesa tra rilascio della certificazione e l'intervento, i dati segnalano che è aumentata la percentuale di Ivg effettuate entro 14 giorni dal rilascio del documento (58,6% nel 2007 rispetto al 56,7% nel 2006) ed è di conseguenza diminuita la percentuale di Ivg effettuate oltre tre settimane anche se persiste "una non trascurabile variabilità tra regioni". Questo dato si registra nonostante l'aumentata percentuale dell'obiezione di coscienza a livello nazionale.

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