Il programma elettorale per ridisegnare Genova e per cambiare Genova con gli occhi di un bambino labbiamo raccontato nei giorni scorsi. Ed è il programma della purezza, dellonestà, della trasparenza, della discontinuità vera e non come slogan.
Oggi, ci occupiamo della seconda parte del lavoro. Soprattutto dopo che ieri Marta Vincenzi ha sciolto le riserve annunciando a Primocanale la sua ricandidatura. Quasi una risposta indiretta al fatto che nei giorni scorsi, Paolo De Totero sul Corriere mercantile ha ipotizzato un patto segretissimo fra Pier Ferdinando Casini e Claudio Scajola per lanciare Enrico Musso come candidato sindaco di Genova, appoggiato da un fantomatico Grande Centro, con dentro il Pdl ligure.
La notizia è stata smentita da tutti - Scajola escluso, «ma solo per non dare importanza a una bufala simile», come ha spiegato bene ieri - e a tutti i livelli: dallUdc nazionale, per bocca del responsabile Enti Locali dei centristi Mauro Libè, allUdc locale, al Pdl con le parole chiare e forti di Michele Scandroglio, quelle ottime e coraggiose di Giorgio Bornacin, quelle nette e signorili di Roberto Cassinelli e quelle buone, seppure tardive, di Sandro Biasotti che ha atteso ieri per confidarsi con il Secolo XIX dellottimo Umberto La Rocca. Insomma, ci trovavamo di fronte a unenorme bufala, una polpetta avvelenata servita da qualcuno al povero De Totero che pure, solitamente, è un giornalista davvero informato.
Ma, in questo quadro, sapete qual è la cosa più bella? Che - appena abbiamo pubblicato il mio articolo dove stroncavo anche solo lipotesi che qualcuno potesse aver pensato, magari solo per un secondo, a unipotesi simile, eticamente surreale e politicamente aberrante - il mio telefonino e la mia mail sono diventati una sorta di gioco elettronico, con i led impazziti che si rincorrevano di messaggi per solidarizzare con la stroncatura e dire che la sola idea di ricandidare Musso con il centrodestra era qualcosa di assurdo. Addirittura un nostro amico (...)
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