Non erano più giovanissimi, i due fratelli di 37 e 25 anni, albanesi, arrestati ieri dalla Squadra mobile, ma evidentemente erano molto ben «ginnasticati», tanto da arrampicarsi sulle grondaie e sui ponteggi dei palazzi, saltare acrobaticamente dai balconi ed entrare nelle case per mettere a segno furti milionari o anche di pochi spiccioli. Come quelli sottratti, vigliaccamente, dai salvadanai dei bambini, ai quali i due delinquenti di solito portavano via anche giochi e vestitini.
Laccusa che è costata il carcere è quella di far parte della cosiddetta banda delle «cavallette», che ha compiuto una sessantina di furti in due mesi in diversi quartieri di Genova. I due stranieri, in effetti, si arrampicavano facendo razzia proprio come gli insetti. Rubavano soltanto nella fascia tra le 17 e le 21 ed erano capaci di mettere a segno anche sei o sette colpi al giorno. Le indagini degli agenti della sezione rapine della Mobile genovese sono partite proprio da uno dei due fratelli, arrestato in passato sempre per lo stesso reato. Pedinamenti e appostamenti hanno permesso poi alla polizia di costruire un quadro accusatorio sfociato nelle richieste delle misure cautelari. Lepilogo, ieri: la coppia di ladri è stata fermata nel centro cittadino. Nelle loro case avevano una sorta di «tesoro» di refurtiva tra gioielli, capi firmati e argenteria.
Nelle ultime ventiquattrore, comunque, si è registrato un lieve calo statistico di furti in città: rispetto alla media quotidiana che si avvicina alle due cifre, infatti, si sono registrati «solo» due furti.
Il secondo episodio in via San Rocco: i ladri sono entrati da una finestra e si sono introdotti in un appartamento da cui hanno prelevato monili in oro del valore di circa 20mila euro, oltre a 500 euro in contanti.
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