Ha una speranza (portare nella politica i valori dello sport di cui è stato un campione, il rugby) e un modello ben chiaro: «Ripetere a Genova quanto faceva la polisportiva Mediolanum a Milano». Per questo Paolo Ricchebono, ex giocatore del Milano e della nazionale, si è candidato al consiglio comunale per la Lista Biasotti. «Ho vissuto grandi emozioni e imparato molto giocando a rugby, purtroppo lontano da Genova - racconta il quattro volte campione dItalia sempre con il Milano -. Vorrei che i ragazzi della mia città potessero farlo qui».
La Cdl vince e lei scende in campo. Qual è il suo primo intervento?
«Creare delle strutture dove i bambini e i ragazzi possano praticare lo sport. Ho incontrato genitori e ragazzi del Cus Genova e del Genova rugby, mi hanno raccontato che vogliono chiudere il Carlini per costruirci un supermercato. E chi pensa a questi ragazzi?».
Perché tanto interesse per i più giovani?
«Insegno educazione fisica alle scuole materne ed elementari, sono un educatore e da sempre faccio parte degli scout. I più piccoli vanno seguiti, da loro possono venire tante idee».
A che cosa pensa?
«Vorrei che ogni Municipio avesse una consulta dei piccoli in grado di proporre iniziative sportive, concerti. Hanno fantasia da vendere, molta più degli adulti che si sono abituati alla realtà in cui vivono».
Lei si candida per la prima volta a 41 anni. Perché?
«Per dare ai ragazzi la possibilità di fare sport come si deve».
Come ci si riesce?
«Costruendo o salvando gli impianti, per cominciare. E poi serve l'organizzazione. Nei 12 anni a Milano, nella polisportiva della famiglia Berlusconi, vedevo i pullman che ogni pomeriggio raccoglievano i ragazzi in tutte le zone della città e li portavano ad allenarsi in campi attrezzati. Il mio sogno sarebbe fare lo stesso a Genova».
Che cosa può insegnare il rugby alla politica?
«Il rispetto per i compagni di squadra, per gli avversari, per chi fa da arbitro. Questa è lessenza del rugby».
Musso è un tipo «da rugby»?
«È una persona intelligente e adeguata per fare il sindaco, non è arrogante come Marta Vincenzi.
Genova vive troppo di calcio?
«Generalizzare è sbagliato, ma è innegabile che dal calcio oggi arrivano tanti esempi negativi, da dirigenti, tifosi e calciatori. Sono le cose che i bambini copiano, e subito».
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