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Rugby Benetton, uno scudetto che vale la Celtic League

Roma Quattordici scudetti sulla maglia bianco-verde. La festa per pochi intimi del rugby trevigiano. Festeggiano in 500, giunti dalla Marca per il giorno delle finali del rugby italiano in un Flaminio troppo vuoto. Treviso vince perché più completo, capace di variare le trame d’attacco e di essere decente in difesa. Al Viadana non riesce l’essenziale. A frenare i trevigiani sono soprattutto i falli che regalano punti e possesso ai mantovani. Law ci mette un po’ a mettere i pali nel mirino. Lo fa dopo la splendida meta di Vilk che sull’uno contro uno ruba il tempo a Johansson aprendosi un’autostrada verso la meta. Un brivido caldo passa lungo la schiena del Treviso quando ancora Neivua apre come una scatoletta la difesa trevigiana. È un Benetton che sorprende e che dal cilindro tira fuori anche quello che non ti aspetti. Avanza sul filo del pick and drive, costringe l’arbitro alla moviola prima di accordare il bis a Di Santo. Viadana è sotto anestesia. Si limita a capitalizzare il piede di Law decisamente non in giornata. E allora ci pensa Cox prima di andare al riposo a recuperare un pallone sulla metà campo e a lanciarsi in una corsa senza avversari verso la meta. Ci si diverte, le difese lasciano fare e Hottie Louw va ancora a segno sfruttando un black out difensivo sul lato chiuso. Nella ripresa Treviso controlla e Viadana regala. Fino a quando Neivia sale in cattedra. Diventa lui il grimaldello per scardinare il muro del Benetton. Prima lo apre come una scatoletta, poi scarica l’ovale all’esterno innescando Law a cui altro non si chiede che mettere la freccia e sorpassare. La speranza dura poco. Sono ancora i falli del Viadana a mandare Goosen dalla piazzola. Poi di mischia, di prepotenza l’ultima meta, quella del 29-20 finale, ancora del Treviso. Porta la firma di Vidal che oltre la linea porta il cuore della Marca.

E probabilmente porta Treviso - dal 2010-2011 - in Celtic League.

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