Placcato al collo nel più vile dei modi. Stroncato da un infarto a soli 45 anni, Pierpaolo Pedroni è stato trovato senza vita nel suo letto ieri mattina. Proprio lui che era lemblema dellesuberanza e della generosità, della forza e della voglia di vivere. Il rugby milanese e quello italiano sono rimasti di sasso davanti a una notizia che mai ti saresti aspettato, pensando a quelluomo di quasi due metri con un sorriso perennemente stampato su quella faccia da eterno bambino. Eppure Pedro se nè andato così, spiazzando tutti, dopo una vita passata nel rugby e qualche anno dedicato al pub che aveva aperto a Milano per stare sempre in mischia con la gente, tra gli amici.
Pierpaolo Pedroni, cremonese di nascita, è stato per quindici anni lanima dellAmatori, forse il giocatore che ha vissuto più di tutti la rinascita del club milanese, dalla serie B fino al ciclo doro della Mediolanum: 4 scudetti, 279 partite in serie A, 46 mete, prima di regalarsi unesperienza francese allAgen e di chiudere con il Parma nel 2000-01.
Ma Pedro, uno dei più grandi saltatori della sua epoca, una delle più grandi seconde linee prodotte dal rugby italiano, ha legato la sua carriera soprattutto alla nazionale di Bertrand Fourcade prima e di Georges Coste dopo, quella che ha preparato lapprodo al Sei Nazioni con una serie di risultati prestigiosi.
Amava i cani e la vita in campagna, sapeva essere generoso anche a costo di finire nei guai. Sembrava non avere paura di nessuno. È stato fermato solo a tradimento.
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