Ruggiero e il «capestro» dell’i-phone

Il tempo gioca a favore della Bicocca. Oggi la liquidità vale doppio

È un braccio di ferro quello in corso tra Telecom Italia e la Apple di Steve Jobs. Oggetto del contendere, l’i-phone, il telefono-lettore Mp3 già lanciato negli Usa e in arrivo in Europa. Ma non dappertutto: per ora l’accordo con Apple lo avrebbero raggiunto Orange (in Francia), T-Mobile di Deutsche Telekom (per Germania, Austria, Olanda, Ungheria e Croazia) e O2 per il Regno Unito. Mentre l’ad di Telecom Riccardo Ruggiero sta trattando da varie settimane. L’idea è portare l’i-phone anche sotto gli alberi di Natale italiani, a un prezzo tra i 300 e i 400 euro. Ma gli ostacoli sono di due tipi. Il primo è la richiesta di base di Apple: una percentuale del 30% sui ricavi generati dal nuovo telefonino. La seconda è la rigidità del contratto, che prevede l’assegnazione di un numero di telefono non più esportabile. In altri termini, chi compra l’apparecchio e sottoscrive l’abbonamento poi non potrà utilizzare quel numero su altri cellulari.

Né tantomeno cambiare gestore, visto che l’intesa sarà in esclusiva. Per Telecom e Tim si tratta di condizioni capestro. Ma Ruggiero è convinto che il mercato italiano diventerà pazzo per l’i-phone. Dunque, alla fine, l’accordo si troverà. Forse già nelle prossime settimane.

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