Una mattina hanno iniziato a perforare con una trivella. O cercavano il petrolio o dovevano infilare qualcosa di grosso nella terra. Fusto ed eliche, ecco l'obelisco del vento, trenta metri in altezza. È l'autunno del 2013, la pala eolica spunta praticamente nel giardino (nella foto in alto) della famiglia Limone. A dieci metri dal terreno, cento dalla casa. Per quasi due anni rimane un intruso di acciaio. E un giorno vive. Nel 2015 la pala inizia a girare, potenza 50 kw. Un rumore d'inferno, soprattutto la notte, quando qui friniscono solo i grilli. Papà operaio, madre casalinga, figlia infermiera, un'altra studentessa universitaria, un po' di animali, soprattutto ovini. Questa è la vita frugale della famiglia Limone: la scelta di papà Gesualdo di comprare una casa nel silenzio della campagna con i risparmi di una vita da emigrante in Germania. Siamo a San Fele, comune di nemmeno tremila abitanti in provincia di Potenza, storia di terremoti e grandi migrazioni.
Una notte tutto cambia. «Mi sembrava che stessero staccando la grondaia dal tetto», racconta Alexandra, la più giovane delle ragazze. Un trambusto come «un elicottero in testa». Giorni «senza tenere le finestre aperte. Mio papà ne ha fatto una malattia, tanti anni di sacrificio e gli spunta attaccata a casa una pala come un fungo. Io ho avuto un rallentamento negli studi». Tante lettere inviate: al Comune, alla Regione, a Roma, anche un contatto con Legambiente, che però ha difeso la pala e non la famiglia: «Una pala di trenta metri è un minieolico, e quindi non è fuori legge, ci hanno spiegato». Duemila euro di perizia sui limiti acustici sono serviti a far svolgere una correzione dell'aerogeneratore. Dall'estate il rumore è meno violento, ma ormai dà alla testa. Una volta si ruppe un braccio della pala. «E se qualcuno di noi fosse capitato lì accanto, poteva anche venire ferito. L'energia è pulita, d'accordo, ma a noi rovina la vita».
Per il minieolico, in assenza di una normativa regionale, si fa riferimento al codice civile, che, all'articolo 873, resta fermo a «3 metri per le opere confinanti spiega l'avvocato Marisa Marraffino, che sta difendendo la famiglia . Distanza paradossale per le pale eoliche».
Il proprietario non può far altro che «pagare una perizia di tasca propria» per una valutazione acustica. E anticipare le spese legali sperando di ottenere un indennizzo. Ma il silenzio, spiega la famiglia di San Fele, non può avere un prezzo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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