Rumore, Milano sta diventando sorda

Milano fracassona logora i timpani. Martelli pneumatici sul marciapiede, sirene e allarmi, gli auricolari, o semplicemente il traffico urbano: i milanesi sottoposti continuamente all’inquinamento acustico si stanno ammalando sempre più. Di mal d’orecchi. Il 15 per cento della popolazione adulta soffre di disturbi dell’udito. Di questi l’80 per cento ha già un disturbo di tipo irreversibile. A lanciare l’allarme sulla città a volumi troppo alti, è Giovani Arpini, titolare della cattedra di Audiologia dell’università degli Studi di Milano e della commissione della clinica del lavoro Luigi Devoto. I cittadini milanesi così sensibili al mito dell’eterna giovinezza non si sono resi conto che le loro orecchie stanno invecchiando irreversibilmente. «I quarantenni di oggi hanno le orecchie di un ottantenne - spiega senza mezzi termini il professore Arpini -. Un certo stile di vita, i dannosissimi auricolari per esempio, ma anche l’eccessiva esposizione al rumore li ha portati ad avere in un’età molto più precoce i problemi che in passato si riscontravano nella popolazione anziana». Sotto accusa la città con il suo caotico rumoreggiare perenne. L’organizzazione mondiale della sanità ha stabilito quantomeno dei limiti acustici: 55 decibel di notte e 65 di giorno. «Ma se noi - spiega Arpini - mettiamo un fonometro fuori dalla finestra in una via di Milano nemmeno eccessivamente trafficata e misuriamo il rumore, troviamo un valore compreso fra 73 e 78. Questo è un esperimento che ho fatto più volte e corrisponde al livello standard in cui si trova la gente che abita a Milano». E che sia l’ambiente a determinare un deficit uditivo e non solo l’invecchiamento biologico sono i dati della sua ricerca a confermarlo: «Ho messo a confronto l’apparato uditivo dei beduini Nabatei che vivono nel deserto con quello dei milanesi. Il confronto dei decibel è di 23 nel deserto e 73 a Milano. Ebbene, 109 beduini di entrambi i sessi alcuni anche ultracentenari avevano un udito perfetto come quello dei bambini. Quindi la non esposizione continua ai rumori della vita moderna, della strada, del traffico, ma anche del tempo libero si traduce con il mantenimento dell'udito integro».
I disturbi che possono derivare da un’esposizione eccessiva al rumore sono di tipo uditivo: «Il primo segnale è quando si dice “sento, ma non capisco“ o sentire fischi nell’orecchio. Vuol dire che le cellule si sono e si stanno logorando». Ma non solo. Esistono tutta una serie di disturbi extrauditivi che interessano la sfera neurovegetativa. Disturbi della visione, e cardiovascolari. Ma non è tutto.

Il professor Arpini mette in guardia da un altro rischio, quello della dipendenza da rumore: «Il rumore genera dipendenza, non se ne può più fare a meno. Troppi milanesi non sanno più stare nel silenzio. Gli diventa insopportabile. Conosco gente che deve accendere un televisore o la radio perché il silenzio gli dà fastidio».

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