Roma - Dossieraggio? Da escludere, a meno che non si parli di quello che ha preso di mira per mesi Silvio Berlusconi. Se mai c’è stata una schiarita tra il Pdl e Gianfranco Fini, gli sviluppi del caso Montecarlo hanno riportato il gelo tra il partito di maggioranza e l’ex cofondatore, vanificando i primi timidi tentativi di dialogo. A fare precipitare la situazione, il documento pubblicato ieri da diversi giornali. Il Popolo della libertà non fa passare la tesi di Fini che vede la mano dei servizi segreti dietro la lettera del ministro della Giustizia di Saint Lucia a proposito della società offshore che ha acquistato l’appartamento.
Le prima reazione alle parole del presidente della Camera sono arrivate da un ex An del rango di Ignazio La Russa. «Se qualcuno pensa una cosa del genere - a detto a proposito del j’accuse finiano - vada a denunciarla alla magistratura». Perché il dossieraggio «è un reato». Il ministro della Difesa premette: l’inchiesta sulla casa di Montecarlo «non mi appassiona». Ma poi accusa il leader di An di complottismo. «Mi sembra sbagliato fare come faceva una certa sinistra negli anni Sessanta e Settanta, che qualunque cosa succedesse era colpa della Cia e dei Servizi segreti. L’unico dossieraggio è stato sulle presunte fidanzate di Berlusconi, senza che nessuno tirasse in ballo i servizi. Non vorrei che questa moda del linguaggio di sinistra fosse presa pure da loro e che dicessero che tutto è colpa dei Servizi». La vicenda di Montecarlo «non può essere spenta da nessuno». Nemmeno da quelli che il coordinatore del Pdl chiama «fillini».
Il riferimento è anche al finiano Carmelo Briguglio che ha chiesto l’intervento del Copasir per capire se sono stati i servizi italiani a fare uscire il documento nel giornale del paradiso fiscale. «Questo circolo che si occupa della vita privata delle persone - ha osservato il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto - è cominciato prima di Fini e ha riguardato Berlusconi. Quando l’ha fatto Repubblica era giornalismo d’inchiesta d’alto livello, poi quando l’hanno fatto Giornale e Libero è diventato un’indegna esercitazione, una bastonatura, una manganellatura».
Insomma, la novità per il Pdl rimane il documento che certifica il legame tra Giancarlo Tulliani e la compagnia che ha comprato l’immobile di An, non le accuse del leader di Fli. «Fini, lo dico senza polemica, sulla base delle ultime notizie scritte sui giornali credo abbia tutto l’interesse a dare una risposta chiara tale da fugare ogni dubbio», è stato il commento di Sandro Bondi. E non c’è solo il ruolo dei Tulliani da chiarire.
Il tema per il Pdl torna quello dei momenti di tensione massima con Fini, la presidenza della Camera: «Non può svolgere il ruolo di presidente della Camera e di leader politico», ha ribadito Bondi. Contro Fini anche il leader Idv Antonio Di Pietro: «La questione di Montecarlo è un autogol difensivo - spiega -: non sarà reato, ma è un caso politico. Ormai la frittata è fatta».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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