Roma - "Sul Veneto e il Piemonte alla Lega Nord non c'é nessun accordo. Io ho visto solo dei legittimi desideri espressi da Umberto Bossi". Lo ha detto Ignazio La Russa a margine dell'assemblea de La Destra nel corso della quale il ministro della Difesa ha portato i saluti del Pdl al movimento di Francesco Storace. "Sul Veneto e il Piemonte alla Lega Nord non c'é nessun accordo. Io ho visto solo dei legittimi desideri espressi da Umberto Bossi".
Disgelo con Storace "Amore non è forse la parola giusta. Diciamo che stiamo pensando ad un futuro insieme". Ignazio La Russa esprime una cauta soddisfazione sui rapporti tra La Destra di Francesco Storace ed il Pdl, dopo la rottura di poco precedente alle ultime elezioni politiche e la decisione dell'ex governatore del Lazio di correre per conto proprio. Quella del ministro della Difesa all'assemblea della Destra è stata una missione in senso tecnico: ha portato infatti i saluti ufficiali del Pdl e ha spiegato di non essere lì a titolo personale ma grazie ad un preciso incarico politico affidatogli dai due presidenti: Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. Le imminenti elezioni regionali hanno convinto entrambe le parti a mitigare i rancori reciproci e a prendere atto dell'esistenza di un piccolo ma tenace soggetto politico sopravvissuto grazie al no di Storace al tentativo di estinzione perpetrato nelle ultime elezioni politiche in cambio di qualche seggio in Parlamento. "In un'Italia in cui la parola patria non sia del tutto vuota servono i valori della Destra - ha sottolineato La Russa - che nel Pdl facciano da contrappeso alle altre legittime visioni politiche".
Francesco Storace ha detto sì ad un'alleanza con il Pdl nelle regionali: "La Russa è venuto qui dopo una settimana di colloqui e non a caso. In Italia, dopo le esperienze di Del Turco, Loiero e Marrazzo ci sono ancora molte regioni nelle quali incredibilmente la sinistra ancora governa. E' un dovere, a questo punto, costruire una piattaforma comune per cacciarli via". Quanto ad un futuro più lontano, è troppo presto per fare previsioni su possibili alleanze per le prossime elezioni politiche. Ma di sicuro molte ferite si sono rimarginate. Non a caso all'assemblea di Pomezia il PdL ha mandato un ambasciatore che ha militato in An. E fu proprio il partito di Fini, nelle politiche del 2008, a porre il veto ad un'alleanza con La Destra, nonostante il parere contrario di Silvio Berlusconi.
Gasparri: Fini? Posizioni legittime ma minoritarie "Non ho difficoltà a dire che alcune posizioni di Fini su questioni come l'immigrazione clandestina, il testamento biologico, la cittadinanza ai migranti, le coppie di fatto sono diverse da quelle sostenute nel PdL e minoritarie nel partito". Lo ha detto il presidente dei senatori del PdL, Maurizio Gasparri, ospite di KlausCondicio programma tv condotto da Klaus Davi su You Tube. "Ma questo - ha aggiunto - non significa che non ci debba essere un confronto di idee e una legittima battaglia da parte di chi le sostiene affinché diventino maggioritarie. Certo, ora non lo sono. Ma la dialettica democratica è l'essenza del nostro progetto politico". "Fini - dice ancora Gasparri - è una persona di qualità, e il problema di una sua uscita dal Pdl è pura fiction. Il giorno, peraltro remoto, in cui si dovrà affrontare la questione della successione a Berlusconi, vedrà Fini come il pretendente a mio avviso con maggiori potenzialità necessarie per raggiungere quel posto". Il presidente dei senatori del PdL infine sottolinea che è "speculazione giornalistica senza fondamento" parlare di una corrente di Fini con una ventina di deputati. "Chi ha responsabilità istituzionali - dice - non credo abbia nell'animo di creare correnti e se anche le dovesse fare non credo che raccoglierebbe molto consenso.
Questo modo di fare giornalismo complica le questioni senza risolverle. Il Pdl deve evitare questa sindromi interne che a lungo andare possono creare problemi a una realtà che gode di grande consenso e può governare a lungo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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