Cronache

La Russa indossa la toga per i poliziotti

La Russa indossa la toga per i poliziotti

È pronto ad assumere la difesa degli agenti ora sotto processo, accusati di percosse e sevizie ai danni dei no global durante i giorni del G8 di Genova: lo annuncia il deputato di Alleanza nazionale Ignazio La Russa, nella veste di avvocato penalista, patrocinante in Cassazione. «Nel momento in cui - tuona La Russa nel corso della sua visita elettorale in Liguria - il leader del Pd, Walter Veltroni, rispolvera l’idea della commissione di inchiesta sui fatti del luglio 2001, attribuendo ancora una volta, come ha sempre fatto la sinistra, la responsabilità dei disordini e delle violenze solo alle forze dell’ordine, mi sento più che mai impegnato in prima persona a contribuire a ripristinare la verità dei fatti di fronte ai giudici e all’opinione pubblica». E la verità dei fatti - aggiunge il deputato di An eletto in Liguria nel 2006 - significa che si devono accertare ed eventualmente punire le responsabilità dei singoli, ma non si possono condannare a senso unico gli agenti e giustificare violenti e criminali che hanno messo a ferro e fuoco la città in quei giorni.
A proposito di violenze: La Russa ricorda «il forte impegno, in queste ore, di Gianni Plinio, capogruppo del partito in consiglio regionale, a favore di quanti manifestano per la libertà del Tibet». Sul versante politico interno, commentando le parole dell’azzurro Claudio Scajola - «Il Pdl è una formazione al centro» - durante la presentazione delle liste liguri, il capogruppo alla Camera del partito di Gianfranco Fini ribadisce l’importanza di far confluire nel Popolo della libertà i valori di An, «partito di destra capace di parlare al centro, così come Forza Italia - aggiunge - è un partito di centro capace di parlare anche alla destra. Quindi la nostra lista, che darà vita al Pdl, è una formazione politica che nel solco dei partiti europei come quello di Aznar, quello di Sarkozy e dei conservatori inglesi può essere definita di centrodestra». Poi precisa ancora: «Credo che Scajola sia stato condizionato dal tentativo di Veltroni di dire che noi siamo destra e lui centro». Veltroni resta comunque il principale obiettivo delle censure di La Russa, anche in chiave-tutela della sicurezza che è un argomento molto sentito a Genova e nel resto della Liguria: «Lui, Veltroni, non ha solo la spudoratezza di presentarsi con temi simili ai nostri, ma addirittura scopiazza gli slogan. So per certo - insiste il deputato di An, accanto a Giorgio Bornacin, Gianfranco Gadolla, Aldo Praticò e Giuseppe Murolo - che Veltroni dopo aver letto un manifesto del Pdl fatto fare da noi, affisso sui muri intorno alla Camera, con la scritta “Niente sconti di pena - Chi sbaglia deve pagare“, l’ha ripreso e ripetuto pari pari nei comizi».
Totale la sfiducia di La Russa nella capacità e volontà del Partito democratico a impegnarsi su questi temi: «Ma a chi potrebbero affidarsi per realizzare i provvedimenti? A uno come Giuliano Amato che se dovesse vincere il Pd sarebbe candidato a fare il ministro dell’Interno? Ricordiamo bene che, dopo la vicenda dell’uccisione a Roma della signora Reggiani, Veltroni con Prodi e Amato diedero vita a un decreto che doveva portare all’espulsione dei clandestini non in grado di mantenersi».

In realtà, «di clandestini ne sono stati espulsi solo due - conclude La Russa - e quel decreto è stato ritirato, perché all’interno del partito che ha come presidente Prodi e premier Veltroni c’è un retroterra culturale che rende impossibile un serio progetto di sicurezza, al di là di qualche tentativo di fuochi d’artificio».

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