Pochi giorni alle elezioni e i toni si alzano. E la competizione, in tempi di bipolarismo, non è solo con gli avversari. L’ha capito un politico di lungo corso come il ministro della Difesa e coordinatore nazionale del Pdl Ignazio La Russa che non ha nessuna intenzione di digerire le provocazioni della Lega che gioca a fare il partito di governo e pure di lotta. Passando poi all’incasso il giorno delle elezioni. Nessun muro contro muro con La Russa che assicura di capire la Lega per «certe sparate, ma il Pdl arriverà al 40 per cento». Ricordando anche che comunque il Carroccio «è un alleato leale». Da strigliare, semmai, ogni tanto. «Anch’io - ha spiegato ieri - se fossi in un partito come la Lega che ha un alleato forte come il Pdl, farei le stesse cose. Capisco che alzino i toni per una questione di visibilità. Hanno affidato questo compito a un bravo ragazzo che si chiama Matteo Salvini. Uno che parla molto sui giornali, ma che poi sostiene le nostre proposte». Il riferimento è alla proposta dello scorso sabato quando Salvini, appoggiato in verità dal segretario della Lega lombarda Giorgetti, chiese per l’anno prossimo un candidato sindaco leghista. «Letizia Moratti è il nostro sindaco - assicura La Russa -. Lasciate che si concludano queste elezioni con un grande successo del Pdl e poi vi spiegheremo perché non abbiamo dubbi». Chiaro il messaggio alla Lega.
Immediata la replica. «Sono un bravo ragazzo? Bene - gli risponde Salvini che è anche europarlamentare - abbiamo fatto un passo avanti». E poi. «Le nostre, caro La Russa, non sono certo sparate. Difendere i milanesi nelle graduatorie delle case e degli asili, sono proposte di buon senso». Anche in campagna elettorale? «Stare prima con i lombardi, fa parte del nostro dna. E speriamo che presto faccia parte anche del dna del Pdl». In concreto? «In concreto - assicura Salvini - annunciamo ai nostri alleati che dopo la campagna elettorale, lo ripeto dopo la campagna elettorale, presenteremo la nostra proposta perché i genitori milanesi, quando entrambi lavorano, possano avere un posto privilegiato nelle graduatorie di asili e scuole materne. E vediamo come si comporterà il Pdl».
Ma La Russa non vuol far polemica. «L’unica polemica che faccio con la Lega - aggiunge - è che sui manifesti non ci vorrebbe la faccia degli indiani, ma di Berlusconi. È lui che ha bloccato l’immigrazione clandestina. Altro che faccia degli indiani. C’è voluto che Berlusconi mettesse lui la faccia, facendo l’accordo con Gheddafi. Andando in Libia e invitandolo qui. Io gli ho mandato le Frecce tricolori, non verdi come aveva chiesto lui. tricolori o niente. E poi lui ha firmato l’accordo con Berlusconi per bloccare i clandestini. Io farei i manifesti con la faccia di Berlusconi che ha difeso le coste italiane. Altro che indiani».
Nessuna polemica nemmeno con Gianfranco Fini, arrivato a Milano in mattinata per la presentazione del Rapporto famiglia Cisf 2009, dove ha chiesto un percorso breve per la cittadinanza ai bambini degli immigrati. «Questa posizione - ricorda La Russa - è quella mediana che già in An avevamo condiviso. Mi sembra giusto che quelli nati in Italia da genitori immigrati ma entrati nel nostro Paese regolarmente, possano diventare cittadini italiani». È la generazione Balotelli. Ed è proprio al giocatore dell’Inter che La Russa pensa in un ritaglio di questa infuocata campagna elettorale. «Gli ho telefonato per chiedergli di poterlo incontrare. Chissà se parlando con un tifoso come sono io, ma che sono esterno alla società, si possa recuperare la situazione».
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