«Non accetterei mai di cambiare le mie opinioni solo per evitare che il sindaco si dimetta. Ma non credo che siamo a questo punto, non siamo di fronte a questa eventualità. Anzi, è il momento di ripartire con nuova e maggiore coesione». Ignazio La Russa, vicepresidente di An e plenipotenziario del partito in Lombardia, è ottimista sul futuro della giunta di Milano, anche se resta convinto che nellultimo anno che rimane sia necessario rivedere tattiche e strategie. E così, in qualche modo, anche il programma.
Albertini ricorda che ha la lettera di dimissioni sempre pronta nel caso in cui si venga meno ai patti...
«Non provo alcuna sorpresa per le dichiarazioni del sindaco, anche perché sono convinto che prescindano dagli esiti della riunione della Cdl di venerdì scorso. Quando non ci si trova daccordo è giusto pensare a un passo indietro. Albertini ha labitudine di manifestare apertamente la sua volontà, io spesso faccio gli stessi pensieri anche se non li esprimo a voce alta. Anche io mi ritirerei se mi impedissero di fare politica attuando le mie convinzioni».
Che cosa cè da rivedere nel programma?
«Non abbiamo niente contro il programma ma è chiaro che nellultimo anno bisogna fare delle scelte e lavorare il più possibile in sintonia. Non possiamo permetterci contrasti non solo tra di noi e tra di noi e il sindaco, ma nemmeno tra la giunta e il consiglio comunale. Per questo non è pensabile approvare in giunta progetti che possano essere contestati in aula. Laccordo politico è necessario e preliminare a ogni atto di governo».
Sea, cartolarizzazioni, bond: i punti di dissenso non mancano. Pensa a qualche provvedimento o a qualche assessorato in particolare?
«Il mio è un appello rivolto soprattutto agli assessori tecnici e ai tecnici in generale, penso a Giorgio Goggi e a Giorgio Porta. La fine di questo mandato non è la fine della giunta di centrodestra, anzi si spera sia linizio della prossima giunta. Per questo bisogna privilegiare provvedimenti che non creino disagi in campagna elettorale».
E quali sono i progetti da fermare secondo An?
«Sarebbe controproducente cartolarizzare case in cui abitano cittadini di fasce deboli. E poi prima di aprire nuovi cantieri per le infrastrutture bisogna stare attenti alla capacità di sopportazione della città. I periodi di campagna elettorale non sono i momenti più adatti per aprire cantieri».
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