Cambiano i tempi. La Russia non è più la Russia duna volta, ha smesso cioè i panni della generatrice di una fiumana di talenti musicali. I lauti cachet europei ed americani hanno incentivano la migrazione in massa dei docenti di grido che evidentemente seminano altrove. Tuttavia quelli che rimangono, continuano a lasciare il segno. E dal vivaio violinistico spuntano ciclicamente nomi interessanti. Il caso di Ilya Gringolts, nato (il 2 luglio 1982) e cresciuto a San Pietroburgo, lontane radici ucraine e ora residenza a New York. Aspetto e aplomb ci portano dritti fra le pagine di Tolstoj, nella galleria di principi e dignitari della Russia dun tempo.
Gringolts sarà domani in Conservatorio, ospite delle Serate Musicali e in compagnia del pianista, anchegli di San Pietroburgo, Peter Laul. In programma, il Duo concertante di Stravinsky, la Sonata in la minore di Schumann e in la maggiore di Franck. Per conto suo, Gringolts eseguirà la Sonata in si minore del prediletto Bach: musicista con cui si fece conoscere nel 2002 a Milano. Subito di quel ragazzo timido e schivo, impressionò il suono bello, tondo, robusto eppure morbido. E una manualità disinvolta che talvolta faceva staccare tempi proibitivi.
Gringolts è una scoperta tutta italiana. O meglio, prima è stato notato da Itzhak Perlman con il quale preparò e vinse ledizione 1998 del Concorso genovese intitolato a Paganini. Seguiva il consueto giro di concerti, la BBC lo includeva nel «New Generation Artists Scheme», il programma tagliato su misura dei dodici più interessanti artisti dellultima generazione.
Ilya Gringolts
Domani, ore 21
Conservatorio, sala Verdi
Informazioni 0229409724
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.