da Pechino
Il presidente russo Putin rafforza la sua strategia di «potenza energetica» a livello mondiale. La Russia promette infatti due gasdotti alla Cina. Per ora ne concretizza uno entro il 2011. Laltro è «allo studio con il nome di Altai», con una lunghezza di 3mila chilometri e destinato a passare attraverso il «confine occidentale tra Federazione Russa e la Repubblica Cinese». Lo ha annunciato lo stesso Putin ieri a Pechino. Viaggio di «affari concreti», ovvero molto business e poca politica. La costruzione dellAltai richiederà, secondo le parole del leader del Cremlino, «un investimento di 10 miliardi di dollari» tutti da parte russa e senza lintervento di capitali cinesi. Un tubo dalla capacità imponente: fino a 80 miliardi di metri cubi di gas lanno (praticamente la quantità di gas consumata ogni anno dallItalia), da attingere nei giacimenti della Siberia occidentale. Gli stessi da cui viene rifornita lEuropa. Ma di fronte alle possibili preoccupazioni del Vecchio Continente, sempre più spaventato da riduzioni alle forniture, Putin rassicura: Mosca «è determinata a diversificare le sue capacità nellexport e a trovare nuovi mercati», ma «senza dubbio adempierà agli obblighi assunti secondo tutti gli accordi con tutti i partner, in Asia e in Europa».
Rassicurante anche Aleksei Miller, numero uno di Gazprom, che venerdì incontrerà a Milano lamministratore delegato dellEni, Paolo Scaroni: i giacimenti in Siberia Occidentale possono bastare per lEuropa, per la Russia e anche per la Cina. «LEuropa era e sarà il principale mercato per Gazprom», ha detto il manager. Ma qualche analista inizia a chiedersi sino a quando e come mai, si pensi proprio ai giacimenti della Siberia occidentale per rifornire la Cina, dalla circoscrizione autonoma Yamalo Nenezk. Mentre il progetto relativo ai giacimenti di Kovykta (nella Siberia orientale) è definito da Miller «una delle varianti» allo studio.
La Russia continuerà inoltre a coooperare con la Cina in progetti sul nucleare. Accordi bilaterali sullenergia includono inoltre progetti (per miliardi di dollari) su elettricità, vendita del gas e del petrolio e programmi di sviluppo congiunto delle infrastrutture, compresi i programmi per costruire gasdotti e oleodotti.
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