Politica

Rutelli attacca Fazio e i «raider» amici dei Ds

L’imbarazzo della Quercia: c’è uno scontro di poteri

Laura Cesaretti

da Roma

Un Rutelli a tutto campo: contro «raider e speculatori» alla Ricucci; contro le mosse sul mercato di Unipol, benedette solo due giorni prima da Piero Fassino; contro chi, nel centrosinistra, «tifa e promuove cordate»; contro un governatore di Bankitalia che si è scordato di «fare l’arbitro».
Il leader della Margherita ha scelto la giornata di ieri, ancora segnata dalle stragi terroristiche di Londra, per concedere al Corriere della Sera un’intervista che suona come risposta indiretta ma assai chiara all’alleato più vicino, Fassino. Il segretario della Quercia aveva lanciato dalle colonne del Sole 24 Ore il suo messaggio di apprezzamento (sia pur distaccato, perché «se le cooperative crescono a me fa piacere, ma naturalmente sono società che si muovono sulla base di logiche di mercato e di impresa») alla possibile Opa dell’Unipol su Bnl: «Non vedo perché una grande compagnia assicurativa come Unipol non possa essere presente in modo più massiccio nel settore bancario se questo corrisponde ai suoi interessi aziendali». Non solo: Fassino aveva anche criticato esplicitamente lo snobismo anti-immobiliaristi dei salotti buoni: «È tanto nobile costruire automobili o essere concessionario di telefonia, quanto operare nel settore finanziario o immobiliare. Quello che conta è che ognuno rispetti le leggi e le regole di mercato». Detto da un torinese che ha sempre estremamente curato i rapporti diplomatici con casa Agnelli, non è una concessione da poco. Ma casa Agnelli ormai non c’è più, il mondo cambia e gli immobiliaristi impazzano, dunque Fassino fa la sua apertura di credito in nome del mercato.
A Rutelli evidentemente non è andata giù. Già alcune settimane fa aveva avuto con Massimo D’Alema uno scontro al calor bianco su re del mattone e scalate, e ieri è tornato alla carica contro i «raider», schierandosi a fianco di un Andrea Pininfarina (vice di Montezemolo in Confindusitria) punto sul vivo dal fatto che il segretario Ds mettesse «sullo stesso piano» industriali di lignaggio e palazzinari rampanti. «Sono assolutamente d’accordo con Pininfarina - dice Rutelli -. Se in Italia è troppo conveniente fare speculazioni a breve termine, puntare su un cavallo e poi lasciarlo sfinito al lato della strada, qualcuno si dovrà pure occupare di questa anomalia». Secondo il leader Dl, «la politica del centrosinistra dev’essere una politica che orienta e regola ma che non tifa. Soprattutto, che non promuove cordate». Un avvertimento, con chiaro riferimento alla vicenda Unipol: «Non mi risulta - dice Rutelli - che Fassino si sia fatto promotore di cordate. Di sicuro, tuttavia, ci sono mondi della cooperazione che ora stanno muovendo in direzioni diverse da quella prevista dalla Costituzione». Un’accusa non leggera, rivolta ad un mondo economico che da sempre fa riferimento al principale partito della sinistra. Ma ce ne è anche per Antonio Fazio: «È arbitro oppure favorisce l’una o l’altra cordata, come è emerso nel caso Antonveneta?», si domanda Rutelli.
Dal Botteghino nessuna reazione esplicita all’attacco. In casa Ds si fa notare che Fassino non si è schierato pro o contro alcuna operazione, ma a favore «del libero mercato», e che è evidentemente in atto «uno scontro di poteri», con la Margherita che sta «costruendo il proprio sistema di riferimento» nel mondo economico, e che si fa portavoce di un «blocco» (Mediobanca, Rcs, Montezemolo) diverso e in alcuni casi concorrente a quello della sinistra. C’è chi sottolinea che Luigi Abete, presidente della Bnl e favorevole all’offerta d’acquisto degli spagnoli del Bbva, contro quella di Unipol, è un cattolico considerato vicino alla Margherita. Da Forza Italia Cicchitto ironizza su un centrosinistra impegnato a «tenere a battesimo scalate finanziarie e combinazioni bancario-assicurative», e diviso «in più partiti-azienda, fra cui ha la maggioranza relativa quello dell’Unipol». E lancia una domanda maliziosa: «Che pensa di tutto ciò Prodi?».

Già, perché mentre Ds e Dl sono iperattivi e impegnati a farsi strada e anche a combattersi da fronti diversi, il perdurante silenzio del Professore comincia a farsi notare.

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