Rutelli sorride sorride fra coriandoli, tricolori, bandiere dell'Ulivo e della Margherita. "Verrà il momento per la sfida sulla leadership - non si sottrae Rutelli - e sarà un momento vitale, uno dei passaggi chiave per dire che il Pd è un partito democratico. Il Pd non sarà l'esile strumento di una guerra tra capi". "Sapremo scegliere chi meglio potrà servire questo progetto - dice -: io, Piero, Walter, Massimo. Bando ai personalismi, costruiamo insieme questo grande approdo". Certo "il socialismo è un riferimento indispensabile". Fassino annuisce. E il Pse? Il nodo dell'alleanza in Europa? liquidato in fretta: i Ds capiranno... E aggiunge che nel Pd si potrà chiamare anche "compagni", visto che questo appellattivo è presente anche nelle Sacre Scritture. "Ora - ha detto il leader della Margherita - si discuterà se chiamarci 'amici' o 'compagni'. 'Compagni' è una bella parola, viene da 'cum panis'. Ai miei collaboratori ho chiesto se questa parola compare nelle Sacre scrutture. E vi hanno trovato almeno 100 citazioni. Vi leggo solo quella più poetica, tratta dal Siracide: 'Non e' forse un dolore mortale quando un compagno diventa un nemico'". "Bene - ha sottolineato - potremo usare questa parola anche noi, senza dare a quell'appellativo il carattere di continuità con delle storie. Saremo più liberi".
E Fassino coglie l'assist: "Siamo consapevoli che la forte sintonia che c'é stata tra Ds e Dl e confermata da Rutelli, sia la condizione per parlare alle altre forze che non ci sono, al popolo delle primarie, al popolo dell'Ulivo, perché il Pd deve essere un partito aperto".
Insomma, sembra un Pd di lotta e di governo, alle prese con leadership, laici e cattolici democratici, correnti e cacicchi. Anche se l'assise dei Dl si è chiusa con le note di '...E' la pioggia che va e ritorna il sereno...', in realtà di stanno già addensando nuvole di bufera.
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