Rutelli «rallenta» le bici di Walter

Forse è solo un modo per marcare il cambiamento, visto che Francesco Rutelli, quando sbarcò la prima volta in Campidoglio si portò appresso l’etichetta di «sindaco in motorino». Così, niente di strano che ieri per l’ennesima tappa della sua campagna elettorale, il «nuovo» candidato sindaco del Pd abbia deciso di cambiare registro, inforcando la bicicletta per una pedalata propagandistica sulle non impeccabili ciclabili capitoline.
Se presentarsi come aspirante «sindaco in bici» può essere un modo per garantirsi una patente di discontinuità con il proprio passato, suona invece stonato il tempismo di certe dichiarazioni fatte a caldo. All’inizio, a dire il vero, Rutelli si dissocia dai trionfalismi veltroniani a due ruote, e ammette i problemi di sicurezza lungo i chilometri di pista che costeggia il Tevere. Un tema noto, almeno dalla morte di Luigi Moriccioli, il ciclista aggredito ad agosto 2007 a Tor di Valle da due romeni che abitavano in un vicino campo abusivo, e spirato dopo due mesi di agonia. «Ho fatto un tratto di perlustrazione alla Magliana, dove ho trovato più problemi di quelli che avete visto voi, poi abbiamo visto baracche sulle sponde del Tevere, abbiamo trovato persone che tentano di trovare un riparo, quindi è chiaro che la cura dovrà essere un’ossessione», spiega «Cicciobello».
Che poi però, preso dall’euforia, sposa la causa del pedale, annunciando addirittura un «Prg ciclistico». «Nel mio programma - racconta l’ex vicepremier - c’è un “bici plan” realizzato dall’amministrazione e dalle associazioni ciclistiche per fare una rete di piste ciclabili dalle dorsali del Tevere e dell’Aniene, una sorta di piano regolatore delle biciclette». Basta così? No, arrivano i numeri. Roba grossa: «Oggi la rete ciclabile è di 225 chilometri, 110 dei quali in aree verdi. La vogliamo ampliare, renderla a misura di quartiere». E poi, perché no, rilancia ancora, mettendo entrambi i piedi su una delle ultime, scivolose pozzanghere lasciate da Veltroni: il bike sharing. «Renderemo disponibili 20mila bici in meno di cinque anni per rendere più sostenibile la mobilità urbana».
Chissà se l’ex sindaco e neocandidato è a conoscenza della mancata partenza del progetto di noleggio pubblico delle due ruote. Annunciato trionfalmente da Veltroni e dal suo assessore all’Ambiente Dario Esposito a novembre scorso, avrebbe dovuto essere attivo già dall’inizio dell’anno, con 300 rastrelliere e 250 bici dislocate all’interno della ztl. Ma il 15 gennaio proprio Esposito affidò a un comunicato la notizia dello «slittamento» di avvio del servizio. Le 20mila bici, il Campidoglio prometteva di metterle a disposizione già entro il 2008. Rutelli, insomma, si vende come impegno elettorale un ritardo di 5 anni sulla scadenza prevista. Non male. La prudenza, forse, è una scelta saggia e obbligata, considerato che se nemmeno le prime 300 rastrelliere sono pronte quando ormai il preventivato avvio della sperimentazione è passato da due mesi, per averne 30mila operative l’attesa di 1.800 giorni appare, purtroppo, ragionevole.
Quanto alla «rete», ben vengano sia l’ampliamento che l’«ossessione», per dirla con il candidato del Pd, per la manutenzione. Al momento le condizioni delle ciclabili romane non sono propriamente ideali.

Gran parte dei «chilometri» infilati nella vetrina delle cose fatte dall’amministrazione capitolina altro non sono che sentieri sterrati nei parchi. E le piste vere e proprie, come appunto quella del Tevere, presentano problemi di sicurezza non di poco conto, in attesa di una bonifica non solo ambientale degli argini del fiume.

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