Continua, animato, il contrasto tra lEnac e Ryanair. Ieri lultima puntata di ruggini vecchie e nuove: il direttore dellente per laviazione ha nuovamente richiamato la compagnia irlandese allosservanza delle norme sui documenti da accettare in aeroporto. Lintervento originario era stato sollecitato da passeggeri furiosi per essere stati rifiutati allimbarco da Ryanair perché in possesso di documenti diversi dal passaporto e dalla carta didentità, pur se validi per le norme italiane. Ryanair - che per numero di passeggeri è la seconda compagnia da e per lItalia, e che conta, il prossimo anno, di superare Alitalia - ha minacciato di abbandonare i collegamenti nazionali. LEnac ha ribattuto: faccia pure, è una sua libera scelta commerciale. Michael OLeary, numero uno della low cost, ha sempre amato la provocazione per risparmiare sul marketing. Questa volta dice di essere «obbligato» a cancellare le rotte domestiche in Italia «poiché la sicurezza di questi voli è stata minacciata dallinsistenza dellEnac che i passeggeri vengano accettati senza una identificazione sicura». E annuncia lo stop dal 23 gennaio. Vito Riggio, presidente dellEnac, ritiene le motivazioni «pretestuose», tese a nascondere «altri problemi»; comunque «irrispettose del sistema giurisdizionale italiano». Una riunione del comitato interministeriale per la sicurezza nel trasporto aereo è stata convocata per il 7 gennaio. Quello stesso giorno anche la compagnia dovrà presentarsi allEnac. La vicenda - che con ogni probabilità si dimostrerà un ballon dessai - divide le sue tifoserie, trasversali a partiti e sindacati: cè chi ritiene «borbonico» latteggiamento dellente, chi è convinto che le norme siano state varate solo per compiacere allAlitalia; e chi, dallaltro lato, sottolinea come Ryanair, pretenda di operare fuori dalle regole del Paese nonostante goda di contributi di enti pubblici e di aeroporti.
Chi, con ottimo tempismo, è entrato nella scia della polemica è il comandante Giuseppe Gentile, amministratore delegato di Air Italy, che ieri ha dichiarato di essere pronto a sostituire Ryanair sulle rotte che questa decidesse di abbandonare: «Siamo in grado di dare il miglior servizio, a prezzi bassi, senza gravare sui contribuenti». Ma anche lui in fondo è convinto che OLeary vuole solo farsi pubblicità.
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