Un sì per acclamazione. E Forza Italia vota l’ingresso nel Pdl

A Roma il Consiglio nazionale dà il via libera al progetto Verdini: "Chi sta all’opposizione avrà ancora più paura". Pieno mandato al premier per completare il percorso. A marzo il congresso costituente

Un sì per acclamazione. E Forza Italia  vota l’ingresso nel Pdl

Roma Forza Italia «approva il percorso politico di cui sarà protagonista, che prevede la costituzione del Popolo della libertà». E «con questo obiettivo affida al presidente Berlusconi pieno mandato per le scelte e gli adempimenti necessari, in vista del primo Congresso costituente del nuovo soggetto politico». Applausi, mozione approvata. Per acclamazione, si dice in questi casi. Ma in anticipo, un po’ a sorpresa, rispetto al programma. Tanto che il via libera del Consiglio nazionale giunge quando ancora Silvio Berlusconi non ha fatto il suo ingresso in platea. Ma tant’è. Denis Verdini, coordinatore azzurro, legge il testo, i consiglieri approvano, il notaio certifica. E così, ok all’atto formale. In attesa del «timbro» del Cavaliere, che giungerà di lì a poco. Informato intanto al cellulare dallo stesso Verdini, soddisfatto e forse anche un po’ spiazzato dall’imprevista accelerazione.
Ma al di là della tempistica, è il parlamentare toscano, dopo i saluti di Alfredo Biondi, a tirare le somme. «Abbiamo dovuto subire ogni tipo di offesa - attacca Verdini -. Vi ricordate quando dicevano che eravamo il partito di plastica, il nulla? Ora dico che siamo delle magnifiche farfalle che volano verso il futuro». In ogni caso, aggiunge, anche se «un po’ fa bene, se volta in positivo», non ci si deve fermare alla nostalgia: «Il passo ci è stato praticamente ordinato dagli elettori». Poi si domanda: «Cos’è che fa più paura agli avversari?». La risposta: «È la crescita del Pdl. Adesso abbiamo fatto un patto che la fa aumentare». Tanto che «andiamo a casa contenti».
«Con la nascita del Pdl, l’Italia diventa una grande democrazia europea e rilancia il bipartitismo, visto che il bipolarismo è ormai superato», prosegue il coordinatore di FI, che annuncia: «La data è quasi fissata e terremo a metà marzo il Congresso» costitutivo del Pdl.
Chi punta su un nuovo soggetto che «dovrà essere molto attento a coprire tutte le aree sociali e politiche oggi rappresentate da Fi, An e dagli altri partiti» è il capogruppo alla Camera. Fabrizio Cicchitto, inoltre, rilancia la richiesta di «una cabina di regia tra governo, gruppi e partiti della maggioranza».
Un po’ emozionato Sandro Bondi, titolare ai Beni culturali. E dal palco, l’ex coordinatore azzurro racconta: «Ho affrontato dure prove, in passato, assieme a tutto il gruppo dirigente, sempre a viso aperto. Ora voglio essere una persona che aiuta i giovani a crescere e formare così una nuova generazione di politici integerrimi, come ha chiesto il Santo padre». A seguire tocca a Renato Brunetta, che prende spunto da due citazioni. «Gianni Baget Bozzo una volta disse una cosa verissima», ricorda il ministro della Pubblica amministrazione. Ovvero, «“In Forza Italia tutti si danno del lei e danno del tu solo a una persona”. Oggi, invece, vedo che stiamo cominciando a darci del tu, stiamo diventando il partito della gente che si vuole bene». Poi continua: «Ricordo bene cosa disse un giorno don Verzè: “Dio fa solo imprese difficili”. Io non ho la fortuna di avere la fede, ma credo che il governo stia facendo questo, cose difficili ma che la gente vuole». Mentre nella sinistra «c’è ferocia». Si rivolge invece agli alleati (tutti rappresentati in sala) il vicepresidente della Camera, Antonio Leone: «È ora di dimenticare le diversità. È un appello che rivolgo a noi e anche ad An: lasciatevi alle spalle correnti e divisioni, il desiderio di apparire a tutti i costi».
Si fanno le 5 del pomeriggio. Il Cavaliere parla, arriva Giulio Tremonti. Si chiudono i lavori, l’Auditorium si svuota. Il ministro dell’Economia si attarda un po’ in via della Conciliazione. Un commento? «Ha già detto tutto Berlusconi. Forza Italia baluardo per la difesa della democrazia del nostro Paese: ieri, oggi, domani». Tremonti è di poche parole. Ma intanto, qualcuno gli consiglia di mettere il cappotto: «Copriti, che abbiamo bisogno di te». Poi incrocia Stefania Prestigiacomo.

La responsabile all’Ambiente gli sorride, prendendo in mano la collana di perle che indossa, intrecciata al centro. E tirandola su, mima un cappio: «Guarda, sono pronta!». Che si riferisse ai tagli previsti in Finanziaria? Chissà. Tremonti le bisbiglia qualcosa e si allontana. Il tempo di una telefonata, poi dentro l’auto blu.

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