Economia

Sì ai Tremonti bond Saranno meno costosi per gli istituti

Il Tesoro: uno strumento efficace per il finanziamento delle imprese. I principali gruppi promuovono l’iniziativa. Oggi a Milano parla Draghi.  Più elevato il tasso del "coupon" ma nei primi quattro anni riscatti a costi inferiori

Sì ai Tremonti bond  
Saranno meno costosi 
per gli istituti

Roma - Nella giornata della bufera in Borsa sui titoli bancari arriva l’atteso via libera della Commissione europea ai «Tremonti bond». L’ultima versione del provvedimento, che ha ottenuto l’ok di Bruxelles, rende lo strumento più interessante per le banche, in quanto meno costoso. Si avvicina così la conclusione di un iter non breve - manca soltanto il regolamento attuativo, che dovrebbe vedere la luce la prossima settimana - ed è facile prevedere che saranno diversi gli istituti di credito ad affacciarsi allo «sportello» di via XX Settembre. Uno sportello dotato di almeno 10 miliardi di euro.

Il ministero dell’Economia prende atto «con soddisfazione» dell’approvazione definitiva da parte della Commissione del «regime italiano di conferimento di capitale agli istituti di credito». Lo strumento scelto sarà «efficace per il finanziamento alle imprese italiane, e sarà presupposto - aggiunge la nota - per l’adozione nel settore finanziario di regole e codici etici nuovi, coerenti con quanto stabilito alla riunione del G7 di Roma». Le misure approvate da Bruxelles contengono, fra l’altro, limiti di remunerazione per i vertici delle banche che utilizzeranno l’aiuto pubblico.

Grazie alle nuove norme, lo Stato potrà sottoscrivere obbligazioni emesse da banche «fondamentalmente solide» per rafforzare la loro capitalizzazione. Secondo il comunicato della Commissione, la modifica più rilevante presentata dal Tesoro rispetto al regime originario, è l’introduzione di una opzione di remunerazione alternativa del bond, con un coupon iniziale più elevato (pare all’8,5% rispetto al 7,5% iniziale), e un livello del coupon più alto fino al 2014 con scatti di mezzo punto l’anno, in cambio di un prezzo di riscatto inferiore, fissato al valore nominale per i primi quattro anni. Bruxelles permette inoltre la partecipazione dello Stato alla ricapitalizzazione qualora vi sia, insieme, una partecipazione di investitori privati pari ad almeno il 30%. In questo caso, migliorano le condizioni del bond. La dotazione di capitale è limitata al 2% del valore dell’insieme delle attività della banca.

Pur restando remunerativa per il Tesoro, l’operazione diventa quindi meno onerosa per le banche richiedenti. Lo confermano gli stessi banchieri, apprezzando il via libera di Bruxelles al provvedimento: «I bond hanno avuto un miglioramento significativo, li valuteremo», commenta Alessandro Profumo, ad di Unicredit. «Le misure messe a punto, riservate alle banche fondamentalmente solide - commenta il presidente dell’Abi, Corrado Faissola - costituiscono un riconoscimento per il nostro sistema». Mentre il direttore finanziario di Intesa-Sanpaolo, Carlo Messina, sottolinea il «lavoro eccezionale» del Tesoro, visto che le condizioni iniziali non avrebbero consentito alle banche di utilizzare il nuovo strumento. Intesa, aggiunge Messina, è «interessata» ai bond, ma sulla possibilità che il Tesoro sottoscriva un aumento di capitale afferma: «Sicuramente non è il nostro caso».

Il momento difficile del settore bancario e gli stessi «Tremonti bond» saranno al centro dell’intervento del governatore di Bankitalia Mario Draghi, stamattina all’assemblea Atic-Forex di Milano.

In prima fila, ad ascoltare il governatore, ci sarà il gotha del sistema creditizio italiano, con una qualche apprensione per gli sviluppi della crisi.

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