Sì all’impegno in Irak Più aiuti ai Paesi poveri

da Roma

«Particolare» sintonia, «attiva» collaborazione, «speciale» convergenza. Il comunicato diffuso da Palazzo Chigi dopo la visita di Silvio Berlusconi in Vaticano non risparmia gli aggettivi, che trovano pieno riscontro nei commenti d’Oltretevere. Dunque i 34 minuti di incontro fra il nostro premier e Benedetto XVI, come il successivo colloquio col cardinale segretario di Stato, sono stati concreti e di soddisfazione reciproca. Qual è il regalo più gradito che Berlusconi ha portato a Papa Ratzinger? La solenne promessa che il Concordato non si tocca, a dispetto di ogni voce laica che si va levando dall’opposizione. Che cosa il successore di Giovanni Paolo II ha chiesto al presidente del Consiglio? Di impegnarsi ancor più con gli amici e alleati del ricco Occidente, per la cancellazione del debito del Terzo Mondo.
Quel che va sottolineato è innanzi tutto la durata dell’incontro riservato tra il Papa e Berlusconi: 34 minuti non sono pochi, decisamente troppi per scambiarsi soltanto convenevoli. Altrettanto singolare, è la partecipazione al colloquio del sottosegretario Gianni Letta, che da sempre intrattiene rapporti privilegiati con l’intero e variegato mondo cattolico italiano. Tutt’altro che usuale, tale presenza. Letta era rimasto fuori nelle altre due visite ufficiali di Berlusconi in Vaticano, pur se nel 2003 era invitato al pranzo. Segno probabile che, a differenza di Wojtyla, Ratzinger intende occuparsi direttamente dei rapporti con l’Italia. Tant’è che il comunicato del governo italiano si apre spiegando che «nei lunghi e cordiali colloqui, caratterizzati da una particolare sintonia, sono stati esaminati lo stato e le prospettive dei rapporti bilaterali, che si sviluppano in uno spirito di attiva collaborazione nel solco dei Patti lateranensi». E menzionando l’incontro col cardinale Angelo Sodano, la nota conclude: «L’esame dei principali temi internazionali ha inoltre confermato la speciale convergenza dell’Italia e gli obiettivi morali e religiosi della Chiesa cattolica nel mondo».
Questa «speciale convergenza», spiegano fonti italiane, è dovuta all’approvazione vaticana delle scelte internazionali del nostro governo. Il Papa apprezza che «l’Italia non abbia partecipato alla guerra ma sia presente in Irak a garantire la pace e la ricostruzione». È apprezzato anche l’impegno contro il terrorismo, e ancor più l’equidistanza tra israeliani e palestinesi. Che infine l’Italia sia in prima fila nel tendere la mano ai Paesi poveri, non può che rallegrare la Santa sede, che chiede a Berlusconi di spendersi e spronare anche i Paesi amici e più potenti, Usa in prima fila, a condonare il debito del Terzo mondo.
Altrettanta sintonia, per i rapporti bilaterali. Il richiamo al «solco» del Concordato, spiegano le stesse fonti, punta a «fugare ogni ombra» sollevata dalle dichiarazioni radical-socialiste.

Perché si parla ancora di Patti Lateranensi, pur dopo la revisione craxiana del 1984? «Perché in Costituzione sono definiti così, e ciò avvalora la fermezza del governo nel difendere il Concordato». Par che il Papa sia soddisfatto di come il premier si impegni nella difesa dei valori cristiani. Se gli ha chiesto di più? «Lo ha invitato a proseguire nel sostegno economico alle famiglie».

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