Con lapprovazione del bilancio comunale, avvenuta nella tarda serata di ieri dopo ore di dibattito, è partita la fase due della stangata firmata Veltroni. Una stangata travestita da regalo per i cittadini. Il consiglio comunale, infatti, giovedì sera ha approvato la delibera propedeutica al bilancio 2007 che abbassa laliquota sulla prima casa portandola dal 4,9 per mille al 4,6 per mille. Le fanfare del sindaco hanno gridato al miracolo, facendo notare come Roma segni così il livello più basso tra le grandi città italiane in materia di imposta comunale sugli immobili: a Bologna e Firenze infatti laliquota prima casa è pari al 6 per mille, a Bologna è il 5,7 per mille, così come a Napoli, il 5,25 per mille a Torino, il 5 per mille a Milano, il 4,8 a Palermo. Laula Giulio Cesare ha però perso loccasione di completare lopera, bocciando sempre laltro ieri la delibera di iniziativa popolare promossa da An e sostenuta da tutto il centrodestra che prevedeva lapplicazione dellaliquota minima dellIci sulla prima casa al 4 per mille e la conseguente rimodulazione della altre aliquote.
Non solo. Leffetto dellabbassamento dellIci, che dovrebbe portare un risparmio di circa 45 milioni annui per le 750mila famiglie proprietarie della casa di residenza, sarà vanificato sia dallaumento delle altre aliquote Ici (quella ordinaria dal 6,9 al 7 per mille e quella sulle aree fabbricabili dal 6,9 al 9 per mille), ma soprattutto dallaumento delladdizionale Irpef dallo 0,2 allo 0,5 per cento, che penalizzerà i cittadini già tartassati da Regione e governo. Ma il peggio deve ancora arrivare: la Tari, la tassa sui rifiuti solidi urbani, subirà nei prossimi mesi un sostanzioso ritocco, che dovrebbe essere del 20 per cento. Un aumento oltre modo beffardo per i romani, che fanno i conti quotidianamente con una città in cui lo stato di pulizia è tuttaltro che impeccabile.
La stretta finale per il bilancio 2007 è iniziata ieri dopo le 17, quando è scaduto il termine per la discussione e si è passato alle votazioni a tappe forzate. Dapprima si è votato gli ordini del giorno e poi gli emendamenti. Sono stati tutti bocciati i quindici ordini del giorno presentati da Fabio Sabbatani Schiuma (An), che ne aveva ritirati 1.130 per dimostrare di non avere un atteggiamento ostruzionistico. Una buona volontà che ha permesso di siglare la pace con gli altri consiglieri del partito (vedi polemica nel pezzo a fianco), che hanno votato compatti a favore, ma non ha «conquistato» gli esponenti della maggioranza: «Ritengo assurdo - ha commentato dopo il voto Schiuma - che siano stati bocciati dalla maggioranza odg che prevedono il rafforzamento del nucleo assistenza emarginati contro la riduzione in schiavitù dei bimbi nomadi, la ristrutturazione delle scuole con il contributo dei privati o quello che prevede che i proventi delle multe vengano utilizzati per la ristrutturazione del manto stradale. È altresì inconcepibile che sia stato bocciato anche lodg che prevede la sperimentazione di stazioni filtranti, un esperimento che lo stesso architetto Mastrangelo dellassessorato allAmbiente sta portando avanti».
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