Sì al «decreto Edf» Zuccoli: anche Aem punta sul nucleare

Sì al «decreto Edf» Zuccoli: anche Aem punta sul nucleare

Paolo Giovanelli

nostro inviato a Chivasso (Torino)

Via libera definitivo del Senato al decreto che toglie il blocco del 2% al diritto di voto di Edf in Edison, mentre Giuliano Zuccoli, presidente di Edipower e di Aem Milano, inaugurando a Chivasso (Torino) la nuova centrale elettrica a ciclo combinato da 1.170 megawatt di Edipower, ha detto che «non è scaduto il tempo per fare una riflessione sul nucleare, proprio nel momento in cui gli altri produttori stanno chiudendo i vecchi impianti e stanno avviando la costruzione di quelli più avanzati di nuova generazione». Zuccoli sta, infatti, portando avanti una strategia «parallela» a quella dell’Enel, che ha concluso l’accordo con Edf per partecipare alla costruzione del reattore Epr in Francia. E in questo caso la società milanese punta su due carte: Atel ed Edf. Aem ha infatti già una quota in Atel e sta conducendo trattative per acquisire una partecipazione più significativa, anche se non di maggioranza assoluta. E il gruppo svizzero dispone già oggi di due centrali nucleari. Anche l’accordo con Edf in Edison è visto da Aem nell’ottica di possibili sviluppi nel nucleare in Francia.
Il discorso di Zuccoli ieri ha avuto anche una valenza «politica», nel filone portato avanti dal governo sul rilancio del nucleare, come ha confermato lo stesso ministro alle Attività produttive, Claudio Scajola, che è intervenuto all’inagurazione della centrale Edipower: «Dobbiamo diversificare le fonti per la produzione di energia, rischiamo di diventare troppo legati al gas. Dovremo pensare al carbone pulito e a impianti nucleari con nuova tecnologia che altri Paesi stanno studiando».
Scajola ha avuto anche uno scambio di battute a distanza sul problema del limite del 30% che il precedente governo ha posto alle imprese pubbliche per le partecipazioni nelle Genco: «È in contrasto con la legge europea» ha sostenuto Zuccoli. «Il dossier è sul tavolo» lo ha rassicurato il ministro, che deve comunque approfondire ancora la questione.
Zuccoli ha anche affrontato con i giornalisti la questione dell’assetto azionario di Delmi, che al momento è composto da Aem con il 60%, Sel, Dolomiti Energia e Mediobanca con il 10% ciascuno, Popolare Milano e Fondazione Crt con il 5% a testa. «Se Enìa vuole entrare deve decidere entro un mese» ha detto.


Infine, il finanziere Romain Zaleski ha affermato che «ovviamente uscirò completamente sia da Edison che da Ieb. Due terzi circa dell’ammontare stimato sul mio incasso con l’uscita da Edison (2,4 miliardi circa, ndr) sono nelle mani delle banche». Zaleski incasserà quindi circa 800 milioni netti.

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