S. Eugenio, oncologia a rischio chiusura

Approvata la delibera anti-ticket sui farmaci, il presidente della Regione, Piero Marrazzo, è ottimista sulla luce che si comincia a intravvedere alla fine del tunnel. Ma, per uno spiraglio che si apre, un altro si chiude. A rischio l’Unità oncologica dell’ospedale Sant’Eugenio, fondata dieci anni fa. Un centro di eccellenza, non certificato, ma che può ritenersi tale per i suoi elevati standard tecnologici e la professionalità degli operatori. Sei posti per le terapie in day hospital e un rapporto costante con lo staff medico, da cui i pazienti non vogliono separarsi. Se la struttura del Sant’Eugenio chiuderà, i malati saranno dirottati al Centro Regina Elena. Vicino, ma non abbastanza da non farli sentire «orfani».
In loro difesa si schiera l’Associazione «Giuseppe Dossetti» che - fa sapere Corrado Stillo, responsabile dell’Osservatorio di tutela e sviluppo dei diritti - «si unisce all’appello di migliaia di cittadini contro la chiusura della struttura oncologica del Sant’Eugenio». Sotto accusa, il giro di vite per sanare il deficit della Sanità regionale che - continua Stillo - «invece di colpire gli sprechi, taglia con la scure una risorsa che, finora, ha dato ottimi risultati».

Un appello condiviso anche dal vicepresidente della commissione Sanità del Senato, Cesare Cursi, che afferma: «Giudichiamo azzardata l’ipotesi di chiudere l’unità oncologica del Sant’Eugenio, che si inserisce in un progetto più ampio di ristrutturazione della Asl RmC, con l’eliminazione di alte specialità e la riduzione di alcuni centri, come quello Ustioni e di Neurochirurgia. Invitiamo, perciò, l’assessore alla Sanità Battaglia a una riconsiderazione che tenga conto delle specializzazioni, fiore all’occhiello dell’ospedale e punto di riferimento per molte persone».

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