Politica

«Sì, Mori mi chiese di incontrare don Vito»

Ecco il verbale dell’interrogatorio reso da Luciano Violante il 23 luglio 2009 alle ore 11 ai magistrati della direzione distrettuale antimafia di Palermo, Antonio Ingroia e Roberto Scarpinato:
«Mi sono oggi presentato in questi uffici a seguito di contatti telefonici che ho preso direttamente con l’ufficio avendo letto su un quotidiano negli ultimi giorni una notizia che mi riguardava in ordine alla quale ho da riferire circostanze che potrebbero forse essere d’interesse per l’autorità giudiziaria. In particolare ho letto che Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco di Palermo, aveva dichiarato ai magistrati di Palermo che il padre intendeva sapere se io fossi stato informato della trattativa in corso e che aveva ricevuto risposta negativa. La lettura di tali notizie mi ha fatto tornare in mente una visita che ricevetti dall’allora colonnello Mario Mori nel periodo in cui io ero presidente della Commissione parlamentare antimafia, in epoca certamente successiva alle stragi palermitane del ’92. Ricordo che il colonnello Mori venne a trovarmi nel mio ufficio. Lo ricevetti da solo nel mio studio e Mori mi disse che Vito Ciancimino intendeva incontrarmi. Aggiunse che Ciancimino avrebbe potuto dire “cose importanti” e “naturalmente - aggiunse - avrebbe anche chiesto qualcosa”. Gli risposi che Ciancimino avrebbe potuto chiedere formalmente di essere sentito dalla Commissione con apposita istanza. Mori replicò dicendomi che Ciancimino chiedeva un colloquio personale con me non con la Commissione. E io gli ribadii che non facevo colloqui privati. A quel punto, Mori si congeda dicendomi che in ogni caso mi avrebbe fatto pervenire un libro che Ciancimino aveva scritto, libro che poteva essere d’interesse per l’antimafia. Successivamente, nell’arco di un paio di settimane, Mori tornò a trovarmi, sempre in ufficio, e mi portò copia del libro, che era un dattiloscritto rilegato intitolato Le mafie che produco in fotocopia all’ufficio. In quell’occasione ebbi l’impressione che la consegna del testo avesse un carattere privilegiato, nel senso che era come se fossi uno dei pochi ad aver avuto copia di quel libro. Vi fu certamente un terzo incontro con un lasso di tempo rispetto al secondo maggiore di quanto ve ne fosse stato tra il primo e il secondo. In tale circostanza, Mori mi chiese un giudizio sul libro e io, che l’avevo letto con una certa attenzione, gli dissi che non mi sembrava particolarmente importante. Mori replicò, insistendo con garbo, perché io incontrassi Ciancimino e aggiunse che comunque il contenuto del libro potesse essere una traccia della conversazione. Insistetti sulla mia posizione e domandai se l’autorità giudiziaria fosse stata informata di questa disponibilità di Ciancimino a parlare. Mori mi rispose con tono cortese che si trattava di una “cosa politica” o di una “questione politica”, non ricordo esattamente quale delle due espressioni utilizzò. La conversazione, comunque, si chiuse lì perché rimasi della mia idea».
Adr: «Non si parlò del luogo ove avrebbe dovuto svolgersi eventualmente l’incontro, ma nella prima conversazione il colonnello Mori mi aveva detto incidentalmente, che Ciancimino abitava a Roma vicino piazza di Spagna».
Adr: «Sono certo che al momento dell’incontro con Mori Ciancimino non era detenuto».
Adr: «Non sono in grado di ricordare esattamente la data di tali incontri, posso solo dire che ho consultato l’agenda dei miei appuntamenti dell’epoca e ho rinvenuto una sola annotazione relativa all’allora colonnello Mori, si colloca nel giorno 7 luglio 1993. Produco all’ufficio copia della relativa pagina della mia agenda».
Adr: «Non tutti i miei appuntamenti vengono annotati nell’agenda. In particolare non venivano certamente annotati gli appuntamenti fissati all’ultimo momento, ma soltanto quelli presi a distanza di tempo».
Adr: «Non sono certo che l’incontro che ebbe per oggetto la richiesta di incontro con Ciancimino sia stato preso a distanza di tempo e quindi sia quello annotato il 7 luglio 1993».
Adr: «Non ricordo di altri incontri con il colonnello Mori avvenuti nel mio ufficio».
Adr: «Credo di non aver mai parlato con nessuno di questi tre incontri con il colonnello Mori. Forse ne parlai all’epoca con l’onorevole Paolo Cabras, deputato Dc, all’epoca vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia».


Adr: «Venni nominato presidente della Commissione parlamentare antimafia il 25 settembre 1992».

Commenti