nostro inviato a Chianciano
«Il sottosegretario Alfredo Mantovano fa un po il furbo, perché di queste cose ne abbiamo parlato».
Giovanni Russo Spena, nella scorsa legislatura presidente del gruppo di Rifondazione comunista al Senato e politicamente molto vicino allex ministro prodiano al Welfare, Paolo Ferrero, fin dai tempi di Democrazia proletaria, replica così al sottosegretario di An che sabato su questo giornale ha definito «da manicomio» lo stracciarsi le vesti di esponenti del passato governo di fronte alla dichiarazione di unemergenza emigrazione da parte dellattuale Consiglio dei ministri. «Manicomio» dal momento che, dice Mantovano, si tratta di unordinanza identica a quella approvata dal governo Prodi il 16 marzo 2007.
Onorevole Russo Spena, perché adesso quel provvedimento non vi va più bene? Anzi, gridate al liberticidio?
«In verità quel documento non è proprio identico. Il nostro Consiglio dei ministri ne votò uno facente parte di un più ampio pacchetto sicurezza - come Mantovano certamente ricorderà - in cui vi erano altre parti invece positive; per esempio il riconoscimento di alcune direttive europee come quelle riguardanti lomofobia, su cui poi però si arenò tutto per l'impuntarsi dei teodem al Senato».
Lei parla di «altre parti invece positive» del vostro atto. Intende che ce ne furono di negative?
«Loro votarono in Consiglio dei ministri e non voglio dire qui che abbiano fatto bene o meno. Lo stesso Ferrero ha detto che può darsi che abbiamo sbagliato. Quindi cè un'autocritica su questo punto».
Dice insomma che ci fu un errore?
«Non dico che non ci sia stato.
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