C'era lui a fare gli onori di casa, quei quattro giorni in cui Fiorello ha trasmesso «Viva Radiodue» dalla sede Rai di Genova. Victor Balestreri, che di quella sede è direttore, ha conosciuto di persona lo showman e non può definirlo che in questo modo: «Un grande uomo di spettacolo. Sembra un concetto banale, ma è la verità: spontaneo, certo, ma dovreste vedere con quanta meticolosità prepara ogni puntata della trasmissione».
Balestreri è anche docente al Dams di Imperia, e non può che essere felice della decisione della sua studentessa Francesca Musacchio di laurearsi con una tesi che riguarda il
«Fiore» all'occhiello di Radio Rai.
Questa tesi di laurea è solo un indizio della grande popolarità di Fiorello
«Credo di sì. È l'uomo del momento, e per la sua bravura se lo merita pienamente. In corso Europa siamo stati subissati dalle richieste di chi voleva assistere dal vero a "Viva Radiodue". E mica solo ragazzi: gente di ogni età. È incredibile come Fiorello riesca a catturare un pubblico così vario. Purtroppo il nostro auditorium è piccolo e non abbiamo potuto accontentare tutti».
Ci sono state altre tesi di argomento radiofonico, in passato?
«Il Dams è un mondo a sé, e tutte le tesi sono molto interessanti, qualunque sia il loro campo. Sulla radio ne ricordo una in particolare: quella di una ragazza che ha presentato un elaborato su "La trave nell'occhio", un'altra trasmissione cult di Radiodue. Evidentemente in Rai è stato creato uno stile, e questo può fare solo piacere».
Quale rimarrà il suo ricordo più piacevole della permanenza di Fiorello in corso Europa?
«Tutto.
«Sa catturare il pubblico»
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