«Sabato al gay pride aspettiamo Giuliano»

Il primo matrimonio di una coppia omosessuale nella chiesa valdese e il gay pride di domani a cui la giunta Pisapia nella sua prima riunione ha concesso il patrocinio del Comune. Con i mille equilibrismi verbali degli assessori cattolici, costretti a giustificare una posizione per loro piuttosto imbarazzante. Il vento nuovo che soffia su Milano non ha solo il colore arancione, ma anche quelli arcobaleno della comunità Lgbt (lesbica, gay, bisessuale e trans). E gli organizzatori chiedono a Giuliano Pisapia non solo di prendere parte alla sfilata, ma anche di intervenire con la fascia tricolore da sindaco. «Sarà il benvenuto - assicurano - E auspichiamo, come suggerito nell’incontro con lui avuto il 30 aprile, una sua presenza e un suo saluto».
In attesa di una risposta corso Buenos Aires, punto di partenza del «Christopher Street day Pride», è già addobbato con filari di bandiere arcobaleno. Allestiti anche con la collaborazione dell’associazione dei commercianti di zona. «La bandiera a sei colori - spiegano i portavoce dell’appuntamento Stefania Cista, Marco Mori e Antonia Monopoli - rappresenta in tutto il mondo i colori della comunità “lgbt”. Vederla sventolare per la settimana del pride e il riconoscimento del patrocinio del Comune rappresentano un punto di partenza importante: le persone “lgbt” possono vivere in una città che vuole incominciare a considerarle parte integrante e visibile». La partenza da piazza Lima alle 16,30. «Guidati da una banda di ventitrè elementi - raccontano i portavoce - Cominceremo il nostro percorso con i ragazzi nati nel 1990 che indosseranno un cartello stradale di stop con scritto “stop omo-transfobia”». Un riferimento alle «troppe, tante aggressioni omofobiche e transfobiche e alla legge in discussione in parlamento in questi giorni». Il 1990, hanno spiegato, è l’anno in cui l’Oms depennò l’omosessualità dall’elenco delle malattie e questi ragazzi sono nati e cresciuti negli anni in cui si sono abbattuti confini e le frontiere. «Sono cittadini del mondo, figli delle differenze, cittadini europei. Vogliamo iniziare il nostro corteo con loro, con un messaggio di fiducia verso il futuro sperando in un cambiamento della situazione di questo Paese».
Nel frattempo il consigliere provinciale dell’Italia dei valori Luca Gandolfi, commenta soddisfatto la notizia della prossima celebrazione di un matrimonio gay nella Chiesa Valdese di Milano. «La testimonianza - assicura Gandolfi - che è possibile una apertura della società anche da un punto di vista religioso. Ma anche lo sdoganamento del matrimonio tra persone dello stesso genere».

Perché fino ad ora, aggiunge Gandolfi, «il matrimonio gay in Italia è sembrato un argomento tabù, subendo un costante veto, nonostante sia ormai una realtà in molte delle democrazie liberali avanzate sia nel mondo che nel vecchio continente, con forme diverse ma la cui sostanza è l’unione civile tra coppie appartenenti allo stesso genere, nell’ottica di uno stato laico e liberale che riconosca uguale dignità a tutti i suoi cittadini». Un evidente invito alla giunta Pisapia a mettere in atto la proposta inserita nel programma elettorale di istituire a Milano il registro delle coppie di fatto. E magari a celebrare i matrimoni gay a Palazzo Marino.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica