Un sabato a rischio Bertinotti promette: «Nessuna violenza»

Dopo gli scontri orchestrati dai centri sociali a Milano preoccupazione per il corteo pacifista del 18 a Roma Baccini: «Collaboriamo tutti per evitare incidenti»

Stefania Scarpa

Sarà un sabato tranquillo o un sabato alla milanese? È questo il quesito che si pongono i romani in vista del corteo organizzato dal Movimento contro la guerra, che sfilerà sabato per le strade di Roma in occasione del terzo anniversario della guerra in Irak. Una manifestazione pacifica nelle intenzioni, ma che crea non poche preoccupazioni di ordine pubblico alla luce dell’avvelenato clima elettorale e dei continui episodi di intimidazione (è di domenica un doppio lancio di molotov a San Basilio e al Torrino contro l’edificio occupato dagli sfollati del Residence Roma e contro un’associazione di destra). Ma soprattutto alla luce di quanto avvenuto sabato scorso a Milano, con violenti scontri orchestrati dai centri sociali. Roma, che già paga un alto prezzo ai cortei di ogni genere, non vuole trovarsi a pagare un conto di mezzo milione di euro come il capoluogo lombardo. Soprattutto perché stavolta si può prevenire.
Dall’estrema sinistra arrivano segnali incoraggianti. «Abbiamo fatto coraggiosamente e non da ora una scelta di non violenza - ha detto il segretario nazionale di Rifondazione, Fausto Bertinotti -. Siamo impegnati a isolare ogni, anche la più sparuta, propensione alla sopraffazione e alla violenza. E contemporaneamente siamo impegnati a fare delle manifestazioni a partire da quella del 18 prossimo a Roma per la pace, manifestazioni a volto scoperto, a mani nude e rispettose dell’integrità delle persone e delle cose». Anche se per Bertinotti a che le cose sabato filino lisce devono collaborare tutti: «Non giova alla creazione di un clima di convivenza la criminalizzazione di alcune manifestazioni», polemizza il leader comunista riferendosi a proteste come quella anti-Tav, o quelle sindacali.
Ma qualche preoccupazione resta. Tanto che dal centrodestra qualcuno si preoccupa di gettare acqua sul fuoco preventivamente. Ad esempio il ministro per la Funzione pubblica nonché candidato sindaco Mario Baccini: «Dobbiamo augurarci che Roma sabato viva una giornata serena. E per questo chiediamo ai manifestanti e a tutte le forze dell’ordine di collaborare, perché non si ripeta quanto è successo sabato scorso a Milano. Un appello lo rivolgo anche alle forze dell’ordine, sperando che possano gestire la situazione con la massima serenità».
Sono tre gli eventi organizzati sabato dal Movimento contro la guerra. Il primo appuntamento è di carattere istituzionale e si svolgerà a palazzo Valentini, sede della provincia di Roma, dove si terrà un incontro con i familiari dei militari che si sono espressi contro la guerra, al quale parteciperanno anche esponenti di associazioni militari americane, inglesi e israelo-palestinesi, il padre di un soldato italiano malato di leucemia e probabilmente anche un militare rientrato da Nassirya. Poi nel pomeriggio il momento clou: il corteo che partirà alle 14,30 da piazza della Repubblica e si concluderà a piazza Navona, dove ci saranno gli interventi dal palco tra cui quello di Giuliana Sgrena, la giornalista rapita in Irak la cui liberazione è costata la vita all’agente del Sismi Nicola Calipari. Al corteo sono attese alcune decine di migliaia di manifestanti.

Gli organizzatori garantiscono che non saranno tollerate «piattaforme diverse da quelle approvate dal comitato organizzatore». L’ultimo appuntamento è al teatro Eliseo alle 18,30 con la proiezione di un documentario e un concerto.

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