Sabaudia si celebra con i corti d’autore

Cinzia Romani

da Roma

Ci sono posti da cinema, creati dalla natura amica d’una regia prefigurata nei sogni, con la luce del cielo a misura d’inquadratura perfetta. E Sabaudia, nell’agro Pontino già bonificato durante il fascismo, è uno di questi luoghi, incastonata com’è tra dune di sabbia e radure di macchia mediterranea, che, negli Anni Sessanta, fecero da sfondo ai racconti di Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini. Ma in tempi più recenti, anche la vedova Moravia, Carmen Llera, o l’attrice Sabrina Ferilli, abituate a trascorrere un periodo di vacanza all’ombra del Circeo, dunque a un passo dalla capitale, dove d’estate i set restano aperti, hanno buttato giù qualche novella. Sicché I racconti di Sabaudia (edizioni Baldini Castoldi Dalai) han finito col diventare un appuntamento editoriale, con la cittadina laziale per sfondo obbligato. Poteva mancare una versione cinematografica delle varie situazioni descritte, tra gli altri, da Lady X, Pietro Calabrese o Nori Corbucci? Ecco allora I corti di Sabaudia, progetto culturale realizzato dal Comune di Sabaudia e Cinecittà Cinema, in collaborazione con la Regione Lazio, la Provincia di Latina, l’Enel, il Gioco del Lotto-Lottomatica e le Poste Italiane. Di fatto, si tratta di sei cortometraggi, della durata di undici minuti ciascuno, nei quali recitano (come comparse) anche gli abitanti di Sabaudia.
Presentati ieri alla Casa del Cinema, con i buoni uffici del decano dei press-agent, Enrico Lucherini, i corti verranno proiettati gratis per tre sabati consecutivi (6/13/20 agosto) nella piazza comunale della località marina, dove il pubblico presente verrà invitato a votare il corto preferito tramite una scheda apposita. In Tramonto, liberamente tratto da un racconto della Ferilli, il regista Nunzio Bertolami mette a fuoco il faticoso mestiere di restare innamorati. Lei (Elena Russo) si strugge per lui (Kaspar Capparoni), che le sussurra parole d’amore in una conchiglia rosata, per poi possederla sulla battigia, in una dolorosa estraneità delle menti. Schiavi dell’incomunicabilità gli innamorati in accappatoio si lasciano, finché sulla spiaggia un efebo biondo indica il sole, mentre tramonta nelle acque.

Margherita, girato da Marco Speroni, vede una donna ultraquarantenne, con un figlio grande e un matrimonio fallito alle spalle, ancora illusa in tema d’amore. Eva d’estate, di Simonetta Valentini, racconta di una stramba fotografa (l’intensa Mia Benedetta), che sverna sulla spiaggia, fotografando cose, non persone. Sapore di sale?

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