La sabbia ligure aspetta i «racchettoni»

Ebbene sì: Genoa «go home». I più spiritosi l'hanno presa sul ridere la «fuga» del blasonato club calcistico dalla città termale. Così il matrimonio tra il Comune di Acqui e il Genoa sembrerebbe essere naufragato in questi ultimi giorni.
La squadra rossoblù, già la settimana scorsa, appena messo piede allo stadio Ottolenghi per la seconda parte della preparazione estiva aveva subito minacciato di andarsene. Imputato il manto erboso, ritenuto insoddisfacente e pericoloso per i giocatori. Ma la buona volontà dell'amministrazione acquese e la comprensione dei vertici del Grifone hanno avuto la meglio su qualsiasi polemica: «Se il Genoa se ne fosse andato, il ritorno d'immagine per la cittadina termale sarebbe stato soltanto negativo» hanno commentato dal palazzo comunale. E invece il Grifone è rimasto ad Acqui ed ha giocato la tanto attesa amichevole con l'Acqui calcio.
Tuttavia, nonostante la buona volontà di tutti, gramigna compresa, l'ormai longeva amicizia tra il club e la cittadina termale sembra essersi momentaneamente arenata. L'allenatore Giampiero Gasperini lunedì pomeriggio è uscito fuori dai gangheri. «Mi dispiace veramente che sia accaduto - dice il sindaco di Acqui Danilo Rapetti - ma eravamo in buona fede. Credevamo che i lavori eseguiti fossero sufficienti a soddisfare le esigenze della squadra. È evidente però che le esigenze quest'anno sono mutate e quindi siamo disponibili a rimediare come possibile». Rapetti vuol dire che il Genoa, in passato, ha utilizzato il campo in condizioni ben peggiori. Ad esempio lo scorso anno, dopo i due concerti svoltisi proprio allo stadio comunale. «Quest'anno il campo ci sembrava in buone condizioni - aggiunge Rapetti - visto che per il Genoa così non è, abbiamo cercato di riparare come possibile». In particolare è stata effettuata la rizollatura del campo, estirpando l'ormai famigerata gramigna e posizionando torba e sabbia per livellare l'erba. Un lavoro parso gradito, in un primo momento, ai tecnici del Grifone.
Ma vediamo cosa prevede la convenzione che lega la città della Bollente al club rossoblù, siglata lo scorso anno. Secondo la convenzione, la squadra e il team tecnico, in tutto 45 persone, hanno diritto a soggiornare all'hotel Nuove Terme e di allenarsi presso il campo sportivo dell'Ottolenghi che per il periodo del ritiro la squadra rossoblù utilizzerà in maniera esclusiva. Per la squadra, sempre a spese del Comune, sono messi a disposizione due pulmini per gli spostamenti da e per il campo di allenamento, mentre dal canto suo il Genoa deve garantire alcuni incontri i cui incassi sono appannaggio di Palazzo Levi che li utilizza per il pagamento delle spese.
Inoltre, il Genoa, attraverso la convenzione, si è impegnato a corrispondere una penale di 15 mila euro al Comune, nel caso in cui non venga disputato anche uno solo degli incontri e nel caso in cui fosse decisa una partenza anticipata dal ritiro stabilito. Sempre il club del Grifone, che in questa parte del Basso Piemonte conserva una nutrita schiera di tifosi, si è impegnata ad inserire nel proprio sito Internet il link del Comune di Acqui tra i partner commerciali, a garantire uno spazio espositivo delle tipicità del territorio, allo stadio Ferraris per cinque domeniche di campionato e, una adeguata visibilità alle Terme, rendendosi disponibile a partecipare a servizi fotografici e momenti di promozione all'interno delle strutture termali, durante i ritiri.
Un incidente diplomatico quello accaduto che, secondo il consigliere di opposizione Bernardino Bosio, ex sindaco della città, dovrebbe portare la giunta Rapetti a dimettersi. «È proprio così - dice Bosio - si tratta semplicemente dell'ultima goccia che fa traboccare il vaso. Il campo dell'Ottolenghi altri non è che lo specchio della città». Una città, secondo l'ex sindaco, che avrebbe bisogno di una migliore manutenzione e maggiore attenzione da parte dei suoi amministratori.

«Se avessero speso i 50 mila euro, utilizzati per buttare giù la fontana, per migliorare il campo di calcio forse oggi non avremmo fatto questa brutta figura mediatica». Nel frattempo i tifosi rimangono a bocca asciutta sulla soglia di un Grand Hotel rimasto ormai orfano dei suoi «campioni».

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