Cronache

Sabbie mobili non solo in politica

Il paese è piccolo, la gente mormora. E litiga. Non solo politica, a Rapallo la città dei veleni. Anche se la crisi della giunta di Armando Ezio Capurro si potrebbe raccontare pure così, come una storia d’amore finita male. Finita sui muri della città, che siano manifesti o scritte in fondo cambia poco. La storia è quella, purtroppo già sentita, di lei che accusa lui di perseguitarla e le autorità preposte di non fare nulla per aiutarla, e di lui che nega tutto e respinge al mittente le accuse di follia.
Càpita che una sera di recente una signora, che vuol mantenere l’anonimato, torni a casa dal lavoro e trovi incise sulla porta due croci. È stato lui, pensa subito, «è ossessionato da me da quando il nostro rapporto è finito, non riesce a rassegnarsi». Racconta: «Sono tre anni ormai, tre lunghi anni fatti di denunce, processi, condanne, ma nulla è valso perché questa persona fosse fermata e risvegliata dal suo delirio». Racconta la donna che l’incubo iniziò quando lei disse la parola fine. L’uomo, spiega, iniziò a fingere di ricevere minacce di morte e a scrivere per la città frasi ben poco lusinghiere nei suoi confronti. E subito viene in mente l’altra vicenda, quella politica, con il primo cittadino a difendersi da quel Comitato di partecipazione popolare 9 aprile che lo ha trascinato in tribunale con un esposto e che ha tappezzato la città di volantini contro di lui.
La storia continua e ha dell’incredibile. Intervengono le forze dell’ordine a fermare l’uomo, lui nega di aver mai scritto nulla, lei lo accusa di continuare a infastidirla e a infangarne la reputazione umiliandola con frasi degradanti sui muri della città e telefonate anonime. «Ci sono stati processi civili e penali, un mucchio di denunce infinito, danni ai miei beni, accuse, condanne. Condanne mai applicate - racconta la signora -. Ma con il passare degli anni la situazione non cambia. Entrano in scena topi morti, coltelli, stampelle. Un po’ di tutto... un po’ di tutto e nessuno fa niente». Adesso le croci: «Che cosa devo fare? A chi devo chiedere aiuto? Le forze dell’ordine sembrano non riuscire a far niente, la giustizia ordinaria, pur lenta, emette condanne che non vengono applicate. Ora che ci sono delle croci di mezzo in cosa bisogna sperare? Nella giustizia divina? Vogliamo iniziare a sperare che qualcuno da lassù le dia una mano? Pare che sia l’unica soluzione».

A Rapallo la città dei veleni, una soluzione la stanno cercando in tanti.

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