Sabotaggio contro le Ferrari Denunciato un tecnico deluso

Sospettato Stepney, ex capo meccanico. Dai Ris la polverina trovata sul serbatoio: poteva causare danni in gara. Tracce sui vestiti?

Sabotaggio contro le  Ferrari Denunciato un tecnico deluso

Tempo fa, Nigel Stepney, omone britannico braccio destro dell’ex direttore tecnico della Ferrari Ross Brawn, descriveva così il suo rapporto con la scuderia: «Quando giungiamo nella mia Inghilterra per il Gp, mi rimproverano per qualsiasi cosa vada storta: per il cibo, per i rubinetti senza miscelatore nei bagni... anche se piove la colpa è mia». Scherzava Stepney. Ora la Ferrari non scherza.
È successo che non bastavano le imprendibili McLaren-Mercedes, Schumi pensionato e Raikkonen oggetto misterioso a rendere tormentata la stagione del Cavallino; ci voleva anche un tentativo di sabotaggio nel reparto corse della nazionale dei motori. Per di più, si sospetta, ad opera di uno degli uomini più importanti del team, non un pincopalla qualsiasi, un uomo assieme al quale la Rossa ha vinto cinque titoli piloti e sei costruttori.
LUNEDÌ IL LICENZIAMENTO. La Ferrari ha infatti confermato che contro Stepney, 48 anni, dal ’93 a Maranello, è stato presentato alla Procura della Repubblica di Modena un esposto in cui si ipotizza il tentativo di sabotaggio ai danni delle due monoposto in partenza per il Gp di Montecarlo dello scorso 27 maggio. Non solo: il pubblico ministero Giuseppe Tibis ha aperto un fascicolo, figlio dell’esposto, in cui si indaga per il tentativo di danneggiamento, non escludendo le lesioni colpose per via di una misteriosa polverina. Sostanza ora al vaglio degli esperti del Ris. Perché lo strano composto individuato sul bocchettone del sistema di rifornimento delle Ferrari F1 (la lunga proboscide che si vede agganciare alla vettura durante le soste nei Gp) poteva provocare danni meccanici, ma nel mondo che corre della F1 qualsiasi inconveniente tecnico può avere riflessi anche sull’incolumità dei piloti.
I DANNI IPOTIZZABILI. La scoperta fatta il 21 maggio da alcuni meccanici ha permesso di evitare «possibili problemi al sistema di alimentazione» fanno sapere alla Ferrari, problemi che avrebbero potuto causare ripetuti e inspiegabili guasti alla pompa della benzina, cosa che avrebbe gettato nello sconforto i tecnici, incapaci di trovare una soluzione. A questo punto, il dubbio dei tifosi rosso vestiti è sacrosanto: e se questo tentativo di sabotaggio fosse già stata portato a termine, con successo, in passato? Per esempio quando scoppiò il motore di Schumi in Giappone lo scorso anno? Per esempio il cambio ko di Massa in Australia? «Non c’è alcun collegamento, questa è una vicenda a parte» tagliano corto a Maranello.
PERCHÈ È SOSPETTATO. La Ferrari ha comunque le idee chiare, visto che il licenziamento di Stepney dovrebbe essere ufficializzato lunedì. A Maranello non spiegano però i motivi per cui i sospetti si sono subito indirizzati sul tecnico inglese, per anni stimatissimo capo dei meccanici (nel 2000, in un concitato pit stop, si ruppe anche una gamba), fino al 2006 coordinatore tecnico dei Gp e, dal 2007, responsabile dello sviluppo della performance della squadra. Secondo indiscrezioni, sarebbero state trovare particelle della polverina su alcuni indumenti di Stepney. Fra l’altro, i Ris hanno perquisito la sua casa sull’Appennino modenese.
PERCHÉ L’AVREBBE FATTO. Proprio un’insoddisfazione professionale legata all’ultimo incarico - ma si va sul terreno minato delle ipotesi - potrebbe essere alla base del gesto. Tanto più che Stepney, quest’inverno, aveva avuto modo di esternare il proprio malumore: «Vorrei passare un anno lontano dalla Ferrari, non sono felice nel team, vorrei progredire nella mia carriera ma non sta avvenendo». Da questo, anche le insistenti indiscrezioni che lo davano ormai vicino alla Honda F1.
AVVOCATO D’UFFICIO.

Irreperibile dal giorno della scoperta, non sa cosa rispondere l’avvocato d’ufficio, Luca Brezigar: «Non ho mai parlato con lui, non so dove sia, penso in vacanza... sicuramente non è scappato per questo, non ci sarebbero stati i tempi tecnici». Si vedrà. Intanto, una cruda certezza: il dopo Schumi inizia a lasciare l’amaro in bocca.

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