Roma - Il «no» di assistenti e piloti è solo «dialettica». Sono comprensibili sia le esigenze degli acquirenti della Cai, sia le esigenze poste dai piloti, che vogliono un contratto solo per loro. Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi è ottimista sulla trattativa ed è sicuro che giovedì si arriverà a un’intesa, magari in notturna. Anche perché su due dei punti critici, il destino della manutenzione Alitalia e di Cargo, la soluzione si troverà.
Giornata di incontri informali, questa volta avete partecipato anche voi. È ancora ottimista?
«Oggi (ieri, ndr) non c’era nessun incontro ufficiale. C’è un lavoro continuo alla ricerca di una soluzione. Contatti informali di tutti e con tutti».
E che impressione si è fatto in questa giornata di contatti informali?
«Rimango ottimista perché in tutti c’è la consapevolezza che l’unica alternativa è il fallimento. Anche perché nessuno può illudersi che una società adesso commissariata possa contare su risorse aggiuntive. È una corsa contro il tempo per evitare il default operativo. Tutti ne sono consapevoli».
Veramente lunedì i piloti e gli assistenti hanno abbandonato il tavolo. E due confederali, Cgil e Ugl, considerano il contratto della Cai irricevibile...
«È una comprensibile dialettica tra le parti. E solo tra le parti. Io non posso entrare nella materia contrattuale, a meno che tutte le parti in causa chiedano la mediazione del governo. E, al momento, non si è verificata questa condizione. Su queste materie mi limito ad auspicare un fiducioso e reciproco ascolto. In questo modo la soluzione si trova».
Eppure nella proposta di Rocco Sabelli ci sono temi sui quali lei non può non avere un’opinione. Penso al contratto unico, che ha fatto arrabbiare i piloti...
«Non entro nel merito del modello di relazioni industriali. È comprensibile che l’azienda cerchi una semplificazione, ma è comprensibile anche che i piloti chiedano garanzie per il rispetto della loro specifica e alta responsabilità, che li distingue dagli altri dipendenti».
E sulle retribuzioni? I sindacati contestano il quanto e anche il come.
«Mi limito a dire che io, in generale, auspico lo sviluppo del salario legato al risultato».
Di fronte a queste difficoltà crede sia ancora possibile chiudere giovedì?
«Giovedì sarà una giornata lunga, ma sarà quella conclusiva. Chiuderemo nella nottata anche perché non si potrà andare oltre nemmeno di un giorno. La società non sopravviverebbe».
Lei da oggi (ieri, ndr) entra in campo con la trattativa sugli esuberi. Sono cambiate le stime?
«No, siamo fermi a quelle dell’azienda. In tutto 3.250».
Guglielmo Epifani rispetto a lunedì sembra avere aperto uno spiraglio. La Cgil chiede garanzie sulla manutenzione, sui voli e sull’azionariato italiano...
«Il piano industriale avrà una sua logica dinamica e quindi dovrà essere valutato non solo per il punto di partenza. I sindacati dovranno valutarne le linee di sviluppo e capire se il piano crea condizioni favorevoli per la compagnia».
Entrando nel dettaglio, non vogliono che gli azionisti della cordata vendano la maggioranza della compagnia a società estere...
«È una giusta richiesta di garanzia. Un’esigenza sentita dal governo, ma anche dagli azionisti e quindi non sarà difficile individuare i modi per garantire un azionariato di riferimento nel gruppo che ha dato vita alla Cai».
L’amministratore di Air France Spinetta si è detto disponibile a investire con una quota di minoranza. Lo considererebbe un fatto positivo?
«La valutazione sui partner spetta alla nuova società. Parliamo di partner che comunque non saranno mai egemoni perché la nuova società ha dichiarato di voler rimanere in posizione di controllo».
Tra i nodi ancora da sciogliere c’è quello delle società che non faranno parte della Cai. I sindacati chiedono di salvare la manutenzione e il trasporto merci...
«Lavoriamo per dare a tutti continuità, anche alla società di manutenzione straordinaria, perché costituisce un patrimonio di esperienze professionali e imprenditoriali da salvaguardare. Allo stesso tempo sono sicuro che sarà agevole garantire un futuro anche alla società Cargo».
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