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Sacconi: "Esuberi Telecom, nessun ultimatum, si decide dopo il 30 luglio"

Ieri primo incontro tra sindacati, azienda e governo. La trattativa prosegue domani

Quattro ore di incontro tra sindacati governo e azienda sul tema caldo dei licenziamenti Telecom. Dopo il congelamento dei 3.700 esuberi decisi dalla società sono iniziati gli incontri trilaterali per trovare una soluzione che in un primo tempo era prevista entro la fine del mese. La data era stata comunicata dallo stesso amministratore delegato della società di tlc Franco Bernabè. In realtà solo Telecom ha urgenza a chiudere al più presto la trattativa. Mentre per il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi «non c’è fallimento se entro la fine del mese l’accordo non c’è. Non siamo vincolati alla data del 30 luglio». Sacconi ha quindi ricordato le prossime tappe della vertenza: «Ci saranno due tipi di incontri, uno come quello di ieri tra le parti e un altro come quello di domani tra il viceministro allo Sviluppo economico Romani e le organizzazione sindacali sugli investimenti». Tornando al tema degli esuberi, il ministro ha osservato come «ogni considerazione sarà a valle di un accordo sugli investimenti» e comunque si tratta di «una doverosa conseguenza del piano industriale». In ogni caso, ha concluso Sacconi, «se esuberi ci saranno, valuteremo quale protezione del reddito potremo individuare e avviare».
Ma cosa si sono detti azienda e sindacati in quattro ore di conversazione? «Abbiamo trattato soprattutto i temi industriali - ha spiegato Emilio Miceli segretario generale del Slc-Cgil - noi riteniamo che Telecom sia un’azienda in contrazione che vuole solo ridimensionare il lato industriale. Ovviamente la società risponde che invece va tutto benissimo, la rete in rame funziona perfettamente e tutti gli impegni sugli investimenti sono rispettati. Noi invece sappiamo, perchè i nostri lavoratori sono i manutentori della rete, che ci sono moltissimi problemi. La rete non funziona certo bene come Telecom prospetta. Giovedì (domani) sarà discusso il tema degli esuberi». Come andrà finire sul fronte dei numeri secondo il sindacalista è ancora presto per dirlo. «Certamente c’è un’apertura del governo sulla cosiddetta mobilità lunga, ossia i prepensionamenti».

Pare però che nell’incontro di ieri anche i rappresentanti del governo, il viceministro allo Sviluppo economico, Paolo Romani, che ha aperto l’incontro e il dirigente del ministero del Lavoro presente, siano stati molto prudenti. L’azienda ieri comunque ha smentito la possibilità che alcune divisioni, in particolare i call center, potessero essere trasformati in società a parte per poi essere cedute.

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