Sacconi Più ispettori per combattere il «sommerso»

La «tolleranza zero» del governo contro il lavoro nero e sommerso si tradurrà in un maggior impiego delle forze dell’ordine nelle ispezioni, a partire da un nucleo dedicato dei carabinieri che, però, non dovrà «limare le unghie alle zanzare» andando cioè a scovare irregolarità più formali che sostanziali.
Lo ha detto il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, parlando ai delegati della Uila (agricoltura) riuniti in congresso, e ai quali ha spiegato, ad esempio, che nonostante un calo delle ispezioni in Calabria dell’ultimo anno «abbiamo “beccato” un numero maggiore di situazioni di irregolarità totale e caporalato». Il ministro ha fatto l’esempio di Reggio Calabria dove, ha ricordato, «i flussi stagionali non sono stati utilizzati fino a esaurimento e, quindi, non c’è alcuna scusa per giustificare l’utilizzo di lavoratori stranieri al nero». Sacconi ha rammentato che tra pochi giorni sarà varato il nuovo decreto sui flussi ma, ha ripetuto, «non c’è alcuna carenza nel mercato del lavoro. Anzi. Viviamo il paradosso che ci sono italiani che si fanno iscrivere come falsi braccianti per ottenere la disoccupazione e poi si utilizzano gli stranieri per farli lavorare in nero». Il ministro ha invece rinnovato il consiglio di utilizzare di più, soprattutto al Sud, i voucher per i lavori occasionali: il ricorso a questo strumento, ha osservato, è di fatto diffuso al Nord ma «si ferma in Emilia Romagna».

«Costruiamo insieme - ha proseguito Sacconi - una rete omogenea di bilateralità su tutto il territorio nazionale, a partire dalle aree più deboli».
L’obiettivo è «bonificare le praterie di lavoro nero del Mezzogiorno», perché il «il lavoro regolare è un fortino in mezzo a una prateria di lavoro irregolare», ha concluso il ministro Sacconi

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