Sace, servizi finanziari e polizze per i business italiani all’estero

Enrico Boschivi

Un utile netto di oltre 700 milioni di euro, in crescita del 34% rispetto all’anno precedente, e volumi assicurati per 7,7 miliardi di euro (più 45,8%).
Questi i numeri con cui Sace, la Società di assicurazione del commercio estero, chiude il 2005, dimostrando come la trasformazione in società per azioni e il più marcato orientamento al mercato stiano favorendo la crescita dell’azienda. L’amministratore delegato, Giorgio Tellini, spiega come Sace abbia attuato negli ultimi anni un processo di evoluzione radicale, sia nel modello di gestione operativa sia nell’offerta di prodotti e servizi. «Lo scenario della competizione internazionale - racconta Tellini- è fortemente mutato negli ultimi anni: cresce la competizione tra sistemi territoriali, cambia l’organizzazione della catena del valore, le imprese sono sempre più organizzate in network diffusi; il commercio internazionale è sempre più orientato verso le aree a maggiore sviluppo dell’Asia, dell’Europa Orientale e dell’America Latina. Le stime diffuse nei giorni scorsi dal Fondo monetario internazionale confermano questi trend. Nel 2005 il commercio mondiale è cresciuto, in volume, del 7,3% e si prevede un aumento nel biennio 2006-2007, rispettivamente dell’8% e del 7,5%. Le aree geografiche trainanti sono quelle dell’Asia Orientale, l’Europa Centro-Orientale e il Medio Oriente».
Continua Tellini: «L’ingresso nel mercato di produttori di Cina, India, Russia e Brasile, soprattutto nel settore dei manufatti industriali, ha imposto una ridefinizione dei flussi di esportazione tra Paesi industrializzati ed emergenti. L’Italia ha una specializzazione nei settori tradizionali del Made in Italy che è più facilmente aggredibile, nella sua fascia bassa, dalla concorrenza delle nazioni a ridotti costi del lavoro. Si è quindi difesa attraverso l’innalzamento qualitativo della propria produzione e con lo sviluppo di segmenti a più alta tecnologia e specializzazione, per esempio nei settori dell’impiantistica, trasporto, automazione, farmaceutica. Naturalmente la globalizzazione dei mercati richiede anche di valutare le opportunità di insediamento all’estero di fasi della produzione e dell’assemblaggio. In questo contesto emergono nuove politiche di internazionalizzazione tese a promuovere la presenza delle nostre imprese. Il sostegno all’internazionalizzazione diventa quindi strettamente collegato all’offerta di servizi finanziari e assicurativi sempre più sofisticati».
Dottor, Tellini, qual è stata l’evoluzione di Sace?
«In un mercato sempre più aperto e competitivo - ripsonde il manager - le forme di finanziamento offerte agli importatori divengono un elemento strategico per la scelta dei fornitori. In questo contesto le società di assicurazione del credito si sono evolute coprendo oltre ai rischi politici anche i rischi commerciali e di progetto: assicurando quindi all’esportatore il pagamento della controparte sia privata che pubblica. Oltre a questo, Sace assicura gli investimenti all'estero contro i rischi politici nonché lo sviluppo della loro attività di commercializzazione contro i rischi di mancato pagamento della clientela».
Ci può fare alcuni esempi di mutamento?
«La nostra trasformazione in spa, avvenuta nel 2004, ha comportato l’adozione di criteri di governance analoghi a quelli delle società private; inoltre abbiamo incrementato il ricorso al canale on-line, ma soprattutto abbiamo diversificato la nostra offerta attraverso la creazione di una società specializzata nell’assicurazione dei crediti a breve termine (Sace Bt) e attraverso l’acquisizione della società Assedile, specializzata nel ramo Cauzioni».
Quali sono i Paesi nei quali siete più presenti?
«I mercati principali di Sace sono quelli dell’Asia, che pesa per oltre il 30% dei volumi (principalmente per il Medio Oriente), e l’Europa, che rappresenta il 47% delle nostre attività con una forte prevalenza dell'Europa dell'Est. La presenza di Sace è sostanzialmente speculare a quella delle imprese italiane e rispecchia le tendenze del nostro export sui mercati internazionali. Non è un caso, per esempio, che il principale Paese nel portafoglio Sace sia la Russia, con cui l’Italia ha un intenso interscambio commerciale e una consolidata presenza.

Secondo uno studio elaborato da Sace e da Oxford economic forecasting, peraltro, l’export italiano mostrerà una tendenza di crescita per il prossimo quadriennio, e si attesterà sulla media annua del più 7,7%, con un incremento per mercati quali Russia, Asia, Sud Amercia e Europa orientale».

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