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«Un sacrilegio se non fossimo qui»

«Non potevano escluderci dalla Coppa. Calciopoli? Una bolla di sapone di cui ora si vede la pochezza»

da Milano

A Milanello si è rivisto l’elicottero di Silvio Berlusconi. E la visita pastorale, un tempo appuntamento fisso del sabato mattina, è diventata addirittura una notizia a causa dell’assenza del presidente da San Siro nella domenica d’apertura del campionato (impegno in Veneto per il compleanno di Galan, il governatore di quella regione). Milanello, poi Arcore, infine San Siro, una giornata completamente rossonera. Ad accoglierlo a Milanello il trio Ancelotti, Ramaccioni e Meesserman (Adriano Galliani era impegnato nella colazione ufficiale con la delegazione dell’Aek e i dirigenti Uefa). Il presidente ha ricevuto dapprima una relazione sullo stato fisico e tecnico del gruppo da parte dell’allenatore, quindi si è fermato a pranzo con la squadra e in particolare ha salutato i nuovi arrivati, il giovane francese Gourcuff, il brasiliano Oliveira e gli italiani Bonera e Favalli. A ciascuno ha rivolto un incoraggiamento in vista della partita di Champions, con gli altri ha discusso a lungo del mercato e del campionato appena partito e frenato dalla penalizzazione di otto punti, dettando poi ai microfoni di Milan Channel il suo commento: «Per Sheva mi spiace, ma Abramovich gli ha fatto un’offerta che il Milan non poteva in alcun modo eguagliare, pena il rialzo di tutti gli ingaggi degli altri giocatori. D’altra parte chi i soldi se li ritrova e non li guadagna, può spenderli più facilmente». «Il Milan spende quello che è giusto spendere, come sempre - ha precisato commentando l’acquisto costato 21 milioni di euro di Ricardo Oliveira -. Kakà sarà la stella che sostituirà Sheva? Ma lui è già una certezza, l’ho trovato molto maturo e professionale con quegli occhiali da vista che porta. Lo scandalo? Una bolla di sapone di cui ora si capisce la pochezza. È stata montata una grande storia su una cosa molto piccola. Sarebbe stato un sacrilegio - ha proseguito Berlusconi -, se il Milan non fosse stato nella massima competizione europea. Ma questo Milan lo stiamo portando avanti bene, lo vedo molto unito e coeso, è il nostro simbolo e il calcio è la metafora della vita».

Berlusconi è quindi rientrato ad Arcore per poi trasferirsi a San Siro.

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