Saddam? In gessato da un curdo

«Ogni volta che Saddam prende la penna dal taschino mi emoziono fino alle lacrime...» Un fedelissimo del raìs? Macché. «Sapete quanto avrei dovuto spendere per avere l’inquadratura delle telecamere sulle mia etichetta? Almeno sei milioni di dollari...». Recep Cesar si frega le mani. È lui, sarto turco di origine curda, a confezionare i gessati che l’ex raìs sfoggia in tribunale. Ed è il solo che ha potuto prendergli le misure: torace 108 centimetri, vita 104, piede 45, camicia XL. Vestire Saddam invece di compromettere la sua immagine l’ha esaltata. Le udienze, seguite da milioni di spettatori in tutto il Medio Oriente, hanno dato popolarità al suo marchio: ha triplicato le vendite, toccando più di 30mila abiti l’anno. «Ormai non chiedono più nemmeno quanto costa, li comprano e basta. Vogliono tutti vestirsi come lui». Anche per questo ha pensato bene di raddoppiare i prezzi, un vestito cucito a mano per esempio è passato da 200 a 400 dollari.

Cesar è un rifugiato politico, ha fatto il lustrascarpe e il venditore porta a porta, da dieci anni ha un negozio di abiti da uomo a Bagdad, è lì che si vestiva il raìs. In prigione gli ha preparato quattro completi, otto camicie e due paia di scarpe. Ha una speranza per il processo: «Che duri almeno cinque anni...»

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