Saddam Hussein impiccato all'alba Mostrato in tv con il cappio al collo

Poco prima dell'alba, si è concluso l'ultimo capitolo della storia di Saddam Hussein. L'ex dittatore, che aveva 69 anni, è andato al patibolo alla presenza di pochi testimoni: era frastornato, ma non ha rinunciato a rivolgersi per un'ultima volta al suo popolo, per esortarlo a "restare unito". Saddam aveva le mani legate dietro la schiena e una copia del Corano sotto braccio. Il presidente Bush: "Ha avuto un processo equo"

Saddam Hussein impiccato all'alba 
Mostrato in tv con il cappio al collo

BAGHDAD - Frastornato ma tranquillo, Saddam Hussein, condannato a morte per crimini contro l'umanità, è oggi andato al patibolo. La Tv irachena e quelle di tutto il mondo lo hanno mostrato con il cappio al collo, negli ultimi istanti della sua vita. L'esecuzione è avvenuta prima dell'alba, alle 06:00: poche ore dopo, una devastante esplosione in una città sciita, Kufa, ha ucciso almeno 35 persone, mentre nei maggiori centri sunniti inziavano manifestazioni di collera e protesta, spesso violente.

L'esecuzione Il condannato si è presentato davanti al boia un po' spettinato, recitando sottovoce versetti del Corano, con le mani legate dietro la schiena e con indosso un cappotto scuro e una camicia bianca. Le sue ultime parole, secondo quanto ha riferito il consigliere per la sicurezza nazionale Mohaffaq al Rubei, che era presente, sono state rivolte al popolo, che ha esortato a "rimanere unito" e a non dare "fiducia alla coalizione iraniana", cioé al nuovo governo, che è formato da "gente pericolosa". Quando il boia, che aveva il volto coperto da un passamontagna nero, gli ha proposto di coprirgli la testa con un cappuccio, Saddam ha rifiutato, affermando di non avere paura, "di nessuno". Quindi, ha leggermente chinato la testa, mentre il boia gli passava intorno il cappio. Le immagini diffuse dalla Tv irachena, senza audio, si interrompono qui, ma secondo quanto ha riferito al Rubei, la morte lo ha colto "in un batter d'occhio".

Dalla sede dei servizi segreti militari dove è avvenuta l'esecuzione, il cadavere dell'ex presidente è stato quindi trasferito nella sede del consiglio dei ministi, nella superprotetta zona verde, ed è stato tra l'altro mostrato ad alcuni parenti delle vittime del suo regime. Una emittente Tv privata ne ha mostrato alcune immagini e
primi piani in cui su poteva vedere il corpo avvolto in un sudario bianco e il volto segnato da alcune macchie.
"Ancora non abbiamo ancora deciso il destino del cadavere di Saddam Hussein. Abbiamo diverse opzioni che stiamo considerando. Tra di esse c'é la possibilità che venga consegnato ai suoi parenti, oppure ai membri superstiti della sua tribù. Saranno loro che penseranno alla sepoltura", ha detto al Rubei.

Tra disordini e esultanza Mentre sulle emittenti Tv andavano in onda le prime immagini dell'esecuzione, inziavano violenti disordini a Tikrit, città natale di Saddam sottoposta a quattro giorni di coprifuoco, e anche a Falluja, Ramadi, Baji, Mossul, tutti centri sunniti noti per essere roccaforti dell'insurrezione. Al contrario, manifestazioni di gioia si sono avute nei maggiori centri sciiti, in particolare a Sadr City, Kut, Kerbala, Najaf, dove la gente è scesa in strada offrendo dolci e danzando.

Autobomba: 35 morti Ma a Kufa, la città santa sciita ad una decina di km da Najaf dove il giovane leader radicale Moqtada Sadr recita i suoi sermoni che infiammano gli ainimi dei suoi sostenitori, una autobomba piazzata davanti ad un mercato ha compiuto una strage: almeno 35 morti e oltre 58 feriti. L'attentatore, che apparentemente ha agito spinto da sentimenti di vendetta nei confronti degli sciiti, ha innescato con un telecomando l'esplosione, è stato individuato dalla folla, che lo ha linciato sul posto.

"Finita la dittatura" "La morte di Saddam mette fine a tutte le patetiche scommesse sul ritorno della dittatura", ha detto il primo ministro Nuri al Maliki, che apparentemente non ha assistito all'impiccagione, ma che si è fatto filmare mentre ne firma l'ordine di esecuzione della condanna a morte. Allo stesso tempo, al Maliki ha sollecitato "i sostenitori del deposto regime a riconsiderare la loro posizione, poiche la porta per aiutare nella ricostruzione è ancora aperta a tutti coloro che non hanno sulle mani il sangue di innocenti".

Bush: processo equo. L'Iran: ha vinto l'Irak Soddisfazione degli Stati Uniti e dell'Iran, cordoglio in alcuni Paesi arabi, condanna dell'Unione europea: l'esecuzione dell'ex presidente iracheno Saddam Hussein ha suscitato reazioni contrastanti nel mondo. "Oggi Saddam Hussein è stato giustiziato dopo aver ricevuto un processo equo, cioé quel tipo di giustizia negata alle vittime del suo regime brutale", ha affermato il presidente americano George Bush in un comunicato. Teheran saluta l'impiccagione di Saddam Hussein come "una vittoria degli iracheni", pur temendo un aumento temporaneo della violenza in Iraq, ha detto il viceministro degli esteri iraniano Hamid Reza Assefi. Posizione analoga in Kuwait, invaso e occupato dall’esercito del dittatore che causò la reazione internazionale e l’intervento Usa deciso da Bush padre. "L'esecuzione di Saddam è un affare interno iracheno dopo la sua condanna per crimini contro l'umanità", ha detto il ministro del lavoro Sabah al-Khaled al-Sabah, ricordando che il Kuwait ha sofferto molto per mano del regime di Saddam".  E per il governo israeliano "giustizia è stata fatta", ha commentato un alto responsabile del governo di Ehud Olmert, che ha chiesto di rimanere anonimo. Un "assassinio politico" che "viola tutte le leggi internazionali". Così il  portavoce del movimento integralista islamico palestinese Hamas, Fawzi Barhum, ha definito l'esecuzione dell'ex rais mentre la Libia ha decretato tre giorni di lutto nazionale per il "prigioniero di guerra Saddam Hussein". Reazioni contrastanti dall’Afghanistan. La morte del rais è "opera del governo iracheno" e "non avrà alcun effetto" sulla situazione in Afghanistan, secondo il presidente Hamid Karzai. L'ex ministro della Difesa del governo dei Taleban, il mullah Ubaydallah Akhund ha detto invece che l'esecuzione di Saddam nel giorno della festa del sacrificio (Id al-Adha) è una sfida e una provocazione nei confronti di tutti i musulmani".
La condanna della Ue "L'Unione europea condanna i crimini commessi da Saddam, ma anche la pena di morte", ha dichiarato la portavoce dell'Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza, Javier Solana. Critiche anche dal Consiglio d'Europa, l'organizzazione internazionale il cui scopo è quello di promuovere la democrazia e i diritti dell'uomo. Saddam "ha pagato" per "alcuni crimini che ha commesso contro il popolo iracheno", ha affermato in un comunicato il ministro degli Esteri Margaret Beckett, pur riaffermando l'opposizione della Gran Bretagna alla pena di morte. Mentre il ministero degli Esteri francese ha "preso atto" oggi dell'esecuzione di Saddam Hussein e ha fatto appello agli iracheni affinché "guardino al futuro e lavorino alla riconciliazione e all'unità nazionale". E se il governo spagnolo ha "deplorato" la "esecuzione, in coerenza con la sua posizione e quella ell'Unione Europea "contraria alla pena di morte", il governo di Tokyo ha detto di "rispettare" la decisione delle autorità irachene di impiccare l'ex presidente Saddam Hussein.

Prodi e Napolitano “Preoccupazione perché  l'esecuzione del rais serve "ad aumentare la tensione. Questo è avvenuto nelle prime ore e mi auguro che non continui in futuro". E' lo stato d'animo espresso dal presidente del Consiglio Romano Prodi. Rifiuto della condanna a morte è stato espresso dal Presidente della repubblica Giorgio Napoletano: "Interpretando i sentimenti profondi del popolo italiano e gli alti valori morali e giuridici della Costituzione, il presidente della Repubblica conferma la contrarietà del nostro Paese ad ogni sentenza di morte ed esecuzione capitale".

Il Vaticano: notizia tragica Per il vaticano si tratta di "una notizia tragica". C'é "il rischio che alimenti lo spirito di vendetta e semini nuova violenza". E' il commento di padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana ai microfoni di Radio Vaticana.

La dichiarazione di George W. Bush Questo il testo della dichiarazione diffusa oggi dal presidente americano George W. Bush, dal ranch texano, dopo la notizia della esecuzione. "Oggi Saddam Hussein è stato giustiziato dopo aver ricevuto un processo equo - afferma - cioé quel tipo di giustizia negata alle vittime del suo regime brutale". "Processi equi erano inimmaginabili sotto il dominio tirannico di Saddam Hussein - prosegue la dichiarazione di Bush - E' un testamento alla determinazione del popolo iracheno essere riusciti ad andare avanti, dopo decenni di oppressione e di terribili crimini di Saddam contro il suo popolo, con un processo equo nei suoi confronti. Questo non sarebbe stato possibile senza le determinazione degli iracheni nel creare una società governata dalla legge". 

"La esecuzione di Saddam Hussein è giunta alla fine di un anno difficile per gli iracheni e per le nostre truppe – afferma Bush - Avere portato Saddam Hussein davanti alla giustizia non metterà fine alla violenza in Iraq ma è una tappa importante nel cammino dell'Iraq per diventare una democrazia che può governarsi, sostenersi e difendersi da sola e che possa essere un alleato nella Guerra al terrorismo". "Vediamo oggi quanti progressi gli iracheni siano riusciti a compiere dalla fine del regime di Saddam Hussein.

Questi progressi non sarebbero stati possibili senza il continuato sacrificio dei nostri uomini e delle nostre donne in uniforme - afferma la dichiarazione di Bush - Molte scelte difficili e ulteriori sacrifici ci attendono. Ma la sicurezza e la salvezza del popolo americano richiede che non sia abbassata la guardia nella lotta per assicurare che la giovane democrazia irachena continui a progredire".

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