Bagdad - Il nuovo piano militare di George W. Bush è stato respinto
minacciosamente da Moqtada al Sadr, il leader sciita le cui milizie hanno più volte dato filo da
torcere alle truppe americane e che tengono sotto controllo diverse città irachene. Come
Najaf, una delle città sacre dello sciismo, dalla quale il portavoce di Moqtada al Sadr ha
avvertito Washington: «Il popolo americano deve impedire ai propri figli di venire in Iraq o
torneranno nelle bare», ha detto Abdel Razzaq. La presenza americana, a differenza di come la
pensi Bush, è per l'Iraq «un problema» e l'aumento del numero dei soldati annunciato dal
presidente americano «lo raddoppierà». «Questo piano non è il primo annunciato da Bush.
Tutti gli altri hanno fallito e questo non avrà migliori risultati. Non accogliamo questa strategia
e, di più, non vogliamo soldati americani», ha concluso Abdel Razzaq.
Intanto si apprende che le forze americane potranno da ora in poi prendere di mira leader
estremisti sciiti e sunniti a Bagdad, grazie a una nuova politica approvata dal governo
iracheno. Lo ha indicato un responsabile militare di alto rango sotto copertura di anonimato.
Gli Iracheni, ha spiegato la fonte, hanno accettato di revocare le restrizioni che finora
impedivano alle forze Usa di affrontare direttamente alcuni leader estremisti.
«Un modo di intaccare le loro capacità militari è attaccare i loro leader», ha detto,
menzionando le milizie confessionali e gli squadroni della morte. «Dunque sì, mi aspetto che
i dirigenti estremisti delle due parti siano presi di mira».
Il responsabile militare ha precisato che gli iracheni sono anche d'accordo per revocare le
restrizioni alle operazioni americane a Sadr City, bastione degli sciiti radicali di Moqtada Sadr.
Tuttavia, ha aggiunto, i leader politici non diventeranno bersagli delle forze americane.
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