Il saggio dell’Accademia stupisce per virtuosismo

Se stasera capitate dalle parti dell’Accademia di Danza, all’Aventino, non lasciatevi scappare il più sorprendente saggio coreutico di questo scorcio di stagione: il «Dedicato a Tchaikovsky» con cui gli straordinari allievi della scuola diretta da Margherita Parrilla danno prova di quell’estro, di quel rigore e di quella passione di cui spesso sembrano privi i loro colleghi ormai professionisti. Nel magico teatro all’aperto dell’Accademia, con l’accompagnamento dell’orchestra del conservatorio Alfredo Casella, lo spettacolo si dipana in due parti, basate sui più celebri brani del compositore russo. Con la prima siamo dalle parti della tradizione più pura - la «suite» dallo «Schiaccianoci» - ma anche delle più impervie difficoltà coreografiche: eppure pulizia e tecnica dell’esecuzione sono talmente impeccabili, da far presto dimenticare che a interpretarli sono soltanto dei ragazzi. Nella seconda parte della serata, basata sul «Capriccio italiano», il pezzo sinfonico di Tchaikovsky diventa il pretesto per una frenetica galoppata tra burattini e figurine varie della tradizione italiana.

Senz’ombra alcuna di oleografia ma anzi con un gusto modernissimo dei movimenti e dell’insieme formale che costruisce una sorta di irresistibile, trascinante «caos organizzato», di altissimo livello virtuosistico. Alla fine applausi e meritate acclamazioni.

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