Cronaca locale

Sainz sotto tiro di clandestini. Le sferzate dei vip a Sala

La prima influencer a lamentarsi è stata la Ferragni, Zorzi (Grande Fratello) cambiò casa dopo un furto

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Il pilota della Ferrari Carlos Sainz ringrazia «la Polizia di Milano per il suo velocissimo intervento», tutte le persone che ci hanno aiutato» e prova ad archiviare l'aggressione subita a Milano come «uno spiacevole incidente, la cosa più importante è che stiamo tutti bene e che questo sarà ricordato solo come uno spiacevole aneddoto». Eppure gli è andata bene non solo perchè ha inseguito i tre marocchini che domenica sera, intorno alle 20.30 davanti all'hotel Armani di via Manzoni, lo hanno accerchiato e gli hanno strappato dal polso l'orologio «Richard Mille» da 315mila euro, recupernando il prezioso e facendo arrestare la banda, ma sopratutto perchè se l'è cavata solo con una lieve escoriazione al polso. E come ha scritto il pm Silvia Bonardi ieri nella richiesta di convalida dell'arresto, i tre di 18, 19 e 20 anni, clandestini e senza alcuna stabile occupazione, «denotano un'indole violenta» e una «spiccata pericolosità sociale», e c'è il rischio «assai probabile» che commettano «altri gravi delitti della stessa specie». É stato «un colpo pianificato», viste le circostanze e modalità della rapina, la scelta della vittima e «soprattutto il valore non comune dell'orologio da polso».

Sainz stava rientrando in hotel dopo il Gran Premio di F1 a Monza, dove si è qualificato terzo sul podio. Il 19enne lo ha afferrato a un braccio, gli ha strappato con violenza l'orologio e si è dato alla fuga con i due complici. Inseguiti dal pilota, dal manager, un assistente e due passanti, per cercare di fuggire si sono sfilati le cinture e le hanno scagliate contro Sainz e gli altri. Uno poi ha tentato di «colpire con un pugno al volto» il manager «e, una volta caduto a terra, di morderlo». Infine «tutti e tre usavano violenza e minaccia».

É riesplosa la polemica sulla sicurezza in città, e ancora una volta sono i vip a mettere in imbarazzo il sindaco Beppe Sala. Memorabile il richiamo dell'influencer Chiara Ferragni quando nel luglio 2022 scrisse sui suoi profili social (letti da milioni di follower) che «la situazione a Milano è fuori controllo. Sono angosciata e amareggiata dalla violenza che continua a esserci. Ogni giorno ho conoscenti e cari che vengono rapinati in casa, piccoli negozi che vengono svuotati dell'incasso, persone fermate per strada con armi e derubate di tutto. Per noi e i nostri figli abbiamo bisogno di fare qualcosa». Ferragni lanciava «un appello al sindaco». Seguitissimo anche Tommaso Zorzi, influencer e concorrente del Grande Fratello Vip. A fine 2021 gli svaligiarono casa e decise di cambiare zona: «Purtroppo ho subito un furto nel mio appartamento di Milano. Fortunatamente stiamo tutti bene. Io mi chiedo come sia possibile che gente esce e entra dagli appartamenti e nessuno li vede. Com'è possibile? C'è un evidente problema di sicurezza. Farei un appello a Sala, che ho votato e rivoterei: io da cittadino non mi sento più tanto al sicuro a Milano».

Ha scritto una lettera a sindaco e questore a inizio agosto il presidente onorario della Camera della Moda Mario Boselli, 82 anni, dopo aver subito lo strappo della collanina mentre passeggiava a Porta Venezia: «La situazione in zona è diventata insostenibile e nonostante le dichiarazioni di Sala circa la sicurezza della città, è ovvio che non si tratta di percezione ma di un problema reale». Ultimo in ordine di tempo, l'ex calciatore Christian Vieri che la scorsa settimana ha sventato il furto del cellulare da parte di una nomade che si è avvicinata al tavolo con il «trucco del foglio»: «L'abbiamo beccata e mandata via, fate attenzione - ha raccomandato in un video sui social - perché queste persone prendono un foglio e lo mettono sul telefono e poi vi prendono telefono e foglio.

A Milano bisogna stare attenti».

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