Sale a 100 morti il bilancio della strage di Mussayb

Il premier Al Jaafari in Iran visita la tomba di Khomeini «Le nostre nazioni saranno unite contro il terrorismo»

Sale a 100 morti il bilancio della strage di Mussayb

da Bagdad

Una strage. Il bilancio dell’attentato suicida di sabato a Mussayb, a 60 chilometri da Bagdad, è salito a cento morti e oltre 120 feriti. Un kamikaze si era fatto saltare in aria di fronte a un’autocisterna, poco distante dalla moschea sciita di Ahali, che è rimasta seriamente danneggiata. Fino a sabato sera le vittime erano una sessantina, ma le notizie circolate nella mattinata di ieri davano il bilancio in notevole aumento.Una dura condanna all’attentato suicida di Mussayb è giunta dal movimento integralista islamico Hezbollah.
Si tratta del più grave attentato in Irak a partire dal febbraio scorso. Alla drammaticità della situazione si è anche aggiunta la grande difficoltà nell’identificazione delle vittime, estremamente difficile perché i corpi sono in gran parte carbonizzati. Sabato notte l’emittente del Qatar, Al Jazeera, ha annunciato la rivendicazione di Al Qaida su un sito islamico. Nel comunicato, la rete di Osama bin Laden anticipa che seguiranno «ulteriori violenze».
Quattro attentati compiuti ieri da kamikaze hanno insanguinato il Paese, provocando la morte di 19 persone. Nel primo attentato, avvenuto in mattinata nella parte est di Bagdad, sono morti due agenti e un civile e sono rimaste ferite 13 persone. È passata appena un’ora e la tragedia si ripete, questa volta nella parte meridionale della capitale. Un’autobomba esplode al passaggio di un convoglio di polizia. Perdono la vita tre poliziotti e quattro civili. Il terzo attacco suicida provoca sei vittime fra i civili nella città di Mahmoudiya, 20 chilometri a sud della capitale irachena, mentre il quarto attentato è a Bagdad, con un bilancio di un poliziotto morto e due civili.
E sono state dure le reazioni alle violenze degli ultimi giorni. Ieri mattina, all’Assemblea nazionale irachena, un deputato sciita ha chiesto la rottura dei rapporti diplomatici con i Paesi arabi vicini, accusati di complicità con gli insorti e i terroristi sunniti in Irak.
Moqtada Al Sadr, il dirigente radicale sciita, durante un’intervista rilasciata alla Bbc, ha invitato tutti gli iracheni alla calma: «Chiedo di esercitare moderazione e non farsi coinvolgere nei piani dell’Occidente o dell’occupante», ha detto Al Sadr, che ha poi però aggiunto: «La resistenza è legittima a tutti i livelli, che sia religiosa, intellettuale o altro».
Intanto, il premier iracheno Ibrahim Al Jaafari, in visita ufficiale in Iran, cerca di ricucire le ferite fra i due Paesi, deponendo anche un mazzo di fiori sulla tomba dell’ayatollah Khomeini. Si tratta della prima missione diplomatica di un capo di governo di Bagdad da quando è caduto il regime di Saddam Hussein.

«Oggi - ha detto Al Jaafari - abbiamo bisogno di un doppio e comune sforzo per affrontare il terrorismo che può diffondersi nella regione e nel mondo».
Parere condiviso dal presidente iraniano uscente Mohammed Khatami che ha dichiarato: «La visita di Jaafari è una svolta per le relazioni bilaterali».

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