Povero Missori, già per risparmiare lo montarono su un cavallo fuso 10 anni prima che incede con la testa ciondolante in avanti. Tanto da sembrare il Ronzinante di Don Chisciotte. Già gli si è rotta la sciabola, conferendogli laria del «miles gloriosus». Ora ha subito pure lonta di essere «cavalcato» da un burlone che nel salire in sella gli ha spezzato lo sperone sinistro. Onta prontamente lavata dalla polizia che lo ha «disarcionato» e poi ammanettato.
Giuseppe Missori nacque a Mosca da genitori bolognesi l11 giugno 1829 ma visse quasi sempre a Milano. Patriota, massone, repubblicano nel 59 si unì a Giuseppe Garibaldi seguendolo in tutto le sue spedizioni. Compreso sbarco dei Mille in Sicilia. Anzi proprio a Milazzo il 20 luglio del 60 salvò la vita allEroe dei due Mondi circondato da un drappello della cavalleria borbonica. Lui irruppe cavalcando e sparando come Pecos Bill e li mise in fuga. Seguì poi Garibaldi in tutte le sue imprese, compresa la sfortunata campagna per liberare Roma.
Fatta lItalia, tornò a Milano con il grado di generale ed entrò nella vita pubblica. Consigliere comunale, presidente della Commissione per il Civico Museo del Risorgimento, divenne presto un leggenda vivente. Quando entrava alla Scala tutti scattavano in piedi applaudendo. Morì il 35 marzo 1911 e subito venne aperta un colletta per dedicargli un monumento equestre. Vennero raccolte 12mila lire che, riciclando un cavallo già fuso per unopera dal titolo Waterloo, servirono a Riccardo Ripamonti per completare la statua.
Ma anche degli eroi un po alla volta ci si dimentica. Così il metallo della statua risulta un po arrugginito, poi in epoca imprecisata gli si è pure rotta la spada, ora lultimo «oltraggio». Ieri mattina verso le 11.30, complice sicuramente il sole africano che da un paio di giorni martella inesorabilmente i milanesi, Massimo A., 43 anni, residente nellhinterland, ha deciso di far compagnia al vecchio garibaldino. A torso nudo ha scalato il monumento, facendo però saltare lo sperone sinistro al generale. È stato però subito notato, e non poteva essere altrimenti, da alcuni passanti che hanno avvertito la pattuglia fissa di via Albricci che a sua volta ha allertato il 113.
Dopo pochi minuti un equipaggio era sul posto e ha intimato allimprovvisato cavallerizzo di scendere, lui ha fatto un po di storie poi alla fine ha «obbedito». Poi lo ha portato in questura. Qui è stato identificato, scoprendo tutto sommato un povero diavolo, con qualche piccolo precedente alle spalle.
Sullepisodio è intervenuto il vicesindaco Riccardo De Corato che invita «istituzioni, opinion leader e società civile» a una riflessione approfondita su un episodio con troppi precedenti.
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