Salire in sella per «cavalcare» le disabilità

Salire in sella per «cavalcare» le disabilità

Quando si dice: «Siamo a cavallo», e questo motto assume il significato più alto e nobile della riabilitazione delle disabilità. Ci hanno pensato due consiglieri regionali del Pdl, Roberto Bagnasco e Gino Garibaldi, che si confessano «innamorati del Far West e dei suoi protagonisti, a cominciare dai destrieri che hanno riempito da sempre i nostri occhi e i nostri sogni». Ebbene, perché non pensare al cavallo - per la sua leggendaria intelligenza e il suo altrettanto leggendario rapporto d’amicizia con l’uomo - per contribuire all’opera di recupero funzionale e psicologico dei diversamente abili? «La Liguria, in questo senso - spiega Bagnasco - potrebbe rappresentare un caso-pilota a livello nazionale. Ecco perché abbiamo presentato una proposta di legge per avviare nella nostra Regione la riabilitazione con l’ippoterapia».
Il testo della proposta, elaborato con il contributo di Federica Buonpensiere e Paola Marinari, entrambe specializzate in riabilitazione equestre, e dell’avvocato Silvio Boccalatte, oltre alla consulenza della Consulta regionale per l’handicap, tiene conto, fra l’altro, delle specificità del territorio ligure e, contemporaneamente, delle esigenze di garantire professionalità adeguate in un’area, come la Liguria, che ha molte esigenze di intervento. «Tutto ciò che può far bene a chi soffre di disabilità fisiche e motorie - aggiunge Garibaldi - dev’essere fatto al meglio, e deve garantire il massimo della qualità e dell’efficienza».
Partendo da questa considerazione, si può arrivare a istituire una sorta di marchio di qualità ai centri ippici dove si praticano forme di terapia e attività assistite per mezzo del cavallo. «Ma è chiaro fin da subito - sottolinea ancora Garibaldi - che non si tratta di istituire un albo specifico, né di impedire o bloccare attività già esistenti, ma di indicare i criteri per definire quali centri garantiscono maggiori qualità. «Non è possibile lasciare un’attività così importante per la riabilitazione in un vuoto normativo, in una sorta di Far West, non regolamentato - aggiungono all’unisono i due consiglieri regionali del Popolo della libertà -. Con questa proposta vogliamo colmare il vuoto e aiutare il disabile e la sua famiglia a compiere una scelta qualificata, scegliendo così la soluzione più professionale possibile».
Ancora: «Abbiamo verificato di persona, osservando il lavoro degli operatori, quanto possa essere utile questo tipo di terapia attuata da persone esperte, preparate e capaci dal punto di vista addestrativo e psicologico. In caso contrario, anziché benefici si possono ricavare danni. Ma abbiamo anche constatato che spesso il disabile e la sua famiglia si trovano di fronte a diverse proposte, con la difficoltà di comprendere quali siano le più valide». Insiste sempre Bagnasco: «Non possiamo lasciare soli disabili e famiglie in questa scelta, ma fornire un marchio di qualità a quei centri che dimostrano di avere tutte le carte in regola per garantire il massimo della professionalità. L’assistito e chi gli sta vicino, quindi, avranno la possibilità di scegliere nell’ambito dei centri “marchiati“, riconosciuti dalla Regione. Dobbiamo capire che le famiglie dei disabili, alle prese con mille difficoltà, non possono farcela da sole. Hanno diritto a un aiuto e a un sostegno».


L’iniziativa - «rigorosamente a costo zero» - avrebbe anche un risvolto turistico da non sottovalutare: secondo Garibaldi e Bagnasco, i centri ippici di qualità in Liguria potrebbero attrarre anche da fuori regione persone bisognose di una terapia. Con ricadute importanti dal punto di vista dei costi (e dei ricavi) della sanità pubblica.

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