Alessandro Sallusti rischia di finire come la Dama Bianca di Fausto Coppi, l’unica donna incarcerata per adulterio. Con la beffa che lui non ha nemmeno «goduto» del reato ma è solo colpevole di omesso controllo; è come se avessero arrestato la mamma della Dama Bianca per non aver fermato l’adultera...
Solo attraverso il grottesco è possibile parlare del caso Sallusti: non è pensabile che in una società libera e civile si finisca in carcere per una legge sulla stampa non fascista, come si ripete, ma promulgata nel 1948.
So per esperienza personale e professionale che con i magistrati si perde sempre in tribunale.
In trent’anni di giornalismo sono stato condannato solo due volte a pagare, in entrambi i casi per articoli non miei, ma in veste di direttore - proprio come Sallusti - e in entrambi i casi le controparti erano magistrati. Uno era un caso di omonimia tra magistrati e in un Paese civile sarebbe bastata la rettifica; l’altro chiedeva una bella cifra per ritirare la querela perché l’onore è biodegradabile, si lava con i liquidi. Per uno mi piombarono in casa sei agenti, manco fossi un terrorista, a pignorare i mobili.
Per l’altra pignorarono gli stipendi.Pagai in tempi brevi alcune decine di migliaia d’euro per due pezzulli fessi e anonimi, neanche articoli che, confesso, io non avevo letto.
Perciò temo per Sallusti, i giorni passano; fate presto col provvedimento.
In quest’Italia così poco risorgimentale sarebbe assurdo che un giornalista finisse come Silvio Pellico.
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