L'Uiga (Unione italiana giornalisti automotive), che ha sede a Torino, ha espresso la propria soddisfazione sulla decisione di Promotor International di «mantenere in essere, sia pure in forma ridotta, il Motor Show, assicurando così all'Italia la presenza di una manifestazione fieristica, che per anni ha rappresentato un punto di riferimento di successo per il pubblico e gli operatori».
Pur comprendendo le ragioni delle case costruttrici, che nella presente congiuntura hanno deciso di non partecipare alla rassegna espositiva bolognese, l'Uiga auspica, in una nota, che «in futuro tale posizione possa essere riconsiderata». «In gioco - aggiunge - è l'esistenza del Salone internazionale italiano dell'automobile». Da qui l'invito che la Uiga rivolge alle parti interessate, istituzioni, Promotor International, enti fieristici e organizzazioni del settore Anfia e Unrae, «affinché affrontino quanto prima il problema. Il peso del mercato italiano in Europa è importante, essendo in questo momento terzo nella classifica delle immatricolazioni a ridosso della Francia, con tutti i riflessi che questa posizione di forza è in grado di trasferire all'economia del Paese. Perdere il Salone italiano dell'auto significherebbe rinunciare a questi valori, relegando l'Italia dell'automobile in una fascia secondaria, contesto che sicuramente non merita».
L'Uiga conclude sottolineando che «le rassegne espositive devono essere ripensate e riformulate alla luce delle nuove abitudini della clientela di riferimento». «Il concorrente più agguerrito, in questo momento, è il web - spiega la nota - dove tutti i giorni il pubblico ha accesso a una sorta di Salone virtuale dell'auto.
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